Conti, Brunetta: l’Italia corre il rischio di una nuova manovra correttiva

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse In foto Renato Brunetta

Roma, 12 mag. (LaPresse) –

“L’Italia corre il rischio di dover affrontare una nuova manovra economica correttiva, per via del mancato rispetto dell’aggiustamento richiesto dalla Commissione Europea pari allo 0,3% del PIL da parte dei passati governi di centrosinistra”. Lo afferma in una nota Renato Brunetta, deputato di Forza Italia.

“Come evidenziato dal presidente dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, Giuseppe Pisauro, nel corso dell’audizione parlamentare sul Documento di Economia e Finanza, nonostante la flessibilità concessa al nostro Paese da Bruxelles durante l’ultima legislatura, l’Italia corre ancora il rischio di una deviazione di 0,2 punti di Pil rispetto al percorso di rientro del deficit strutturale verso l’obiettivo del pareggio di bilancio, che dovrebbe comportare la necessità di una manovra aggiuntiva di 0,2 punti (più di 3 miliardi di euro) nel 2018. Inoltre, la Corte dei Conti ha ricordato come la regola debito/Pil stabilita dai trattati europei non sia stata rispettata negli scorsi anni dal Governo italiano”.

“Considerando che la crescita dell’economia italiana quest’anno dovrebbe essere più bassa di un decimo di punto rispetto a quanto stimato nel DEF (+1,5%) e che, a causa del peggioramento dell’economia internazionale per via del rischio di una guerra commerciale tra Stati Uniti, Cina ed Unione Europea, nonché della guerra in Medio Oriente che sta facendo lievitare i prezzi del petrolio, anche la crescita per il prossimo anno dovrebbe essere ben inferiore al +1,4% stimato dal Tesoro, gli spazi per la politica economica si restringono notevolmente. Per questo motivo è importante che il DEF confermi il sentiero virtuoso di miglioramento dei conti pubblici, senza deviazioni significative dovute a politiche economiche espansive finanziate in deficit, come continuamente lasciato intendere da Lega e Movimento Cinque Stelle, considerando anche che entro la fine di quest’anno la Banca Centrale Europea, come già annunciato dai suoi membri, cesserà il suo programma di acquisto straordinario di titoli sovrani, facendo aumentare quasi sicuramente il rendimento dei nostri BTP e quindi la spesa per interessi sul debito, con conseguente aumento del deficit”.

“Uno scontro con Bruxelles sugli obiettivi di finanza pubblica, unito all’incertezza politica di avere un governo Lega-Movimento Cinque Stelle, potrebbe creare forti tensioni sui mercati finanziari. L’impennata dello spread e il crollo della Borsa di Milano vissuti questa settimana hanno infatti testimoniato come sia illusorio pensare di forzare la mano della finanza pubblica a prescindere dai mercati e sperare di vivacchiare per i prossimi mesi sfruttando la durata residua del Quantitative Easing. E’ sufficiente dare una occhiata a tutti i principali quotidiani finanziari internazionali, infatti, per capire come il programma economico di un governo Salvini – Di Maio sia visto come foriero di enormi problemi per l’economia italiana, soprattutto perché farebbe aumentare ancora di più il debito pubblico, già a livelli ritenuti insostenibili dagli investitori. Se davvero questo programma dovesse attuarsi, scrive la stampa internazionale, gli investitori sarebbero già pronti a sbarazzarsi dei nostri titoli, con conseguenze catastrofiche per le nostre finanze”.

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