Coronavirus, 20mila assunzioni nella sanità. La Protezione Civile potrà requisire hotel, mezzi e ospedali privati

La bozza del decreto, comunque, distingue tra la requisizione in uso e quella in proprietà, prevedendo che i beni "consumati o alterati" possano essere requisiti dalla Protezione civile solo in proprietà

Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse 29-02-2020 Roma, Italia PoliticaCoronavirus, il Presidente Giuseppe Conte alla Protezione Civile DISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE - Obbligatorio citare la fonte LaPresse/Palazzo Chigi/Filippo Attili

ROMA – Carta bianca alla Protezione Civile. Il nuovo decreto approvato dal Consiglio dei ministri stabilisce che fino al 31 luglio o a fine emergenza Coronavirus potrà requisire da ogni soggetto pubblico o privato, presidi sanitari e medico-chirurgici, nonché di beni mobili di qualsiasi genere. Si potranno anche requisire beni immobili (non solo alberghi ma anche ospedali) idonei ad ospitare le persone in quarantena.

Coronavirus, carta bianca alla Protezione Civile

Una decisione che punta a ricercare nuove strutture dove poter accogliere, se la situazione dovesse peggiorare, altri malati in strutture come appunto alberghi, da poter attrezzare come ospedali. La bozza del decreto, comunque, distingue tra la requisizione in uso e quella in proprietà, prevedendo che i beni “consumati o alterati” possano essere requisiti dalla Protezione civile solo in proprietà. A fronte di questi interventi sono previste comunque delle “indennità in denaro” che verranno “liquidate ai prezzi di mercato che i beni requisiti avevano alla data del 31 dicembre 2019”. La requisizione in uso potrà durare un massimo di sei mesi ed è prevista un’indennità “al 100% del valore”.

Prevista l’assunzione di 20mila operatori sanitari

Per far fronte all’emergenza Covid-19, è previsto inoltre un piano di 20mila assunzioni tra medici, infermieri e operatori. Misure anche per potenziare i reparti di terapia intensiva: in arrivo 5mila impianti di ventilazione assistita, che saranno acquistati dalla Protezione civile attraverso la Consip con procedure rapide e semplificate. 

Stop alla giustizia

Uno stop lo potrebbe avere anche la giustizia. Per il Coronavirus i processi potrebbero fermarsi fino al 31 maggio, due mesi e mezzo, salvo caso urgenti. Scatterebbe in caso di “emergenze epidemiologiche certificate”. Cambia poco la vita dei detenuti, i quali parteciperanno alle udienze in videoconferenza.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome