Ref: per l’Italia “grave contrazione del Pil nel primo semestre”. Conte apre al Mes

Il paracadute è nel Mes, il Fondo salva-Stati da 500miliardi di euro a cui Conte ha fatto riferimento: “La politica monetaria da sola – ha spiegato il premier italiano - non può risolvere tutti i problemi. Dobbiamo fare lo stesso sul fronte di bilancio e, come detto, il tempismo è essenziale"

Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse

ROMA – Per l’Italia ci sarà una grave contrazione del Pil nel primo semestre per l’emergenza Coronavirus. Lo afferma il Ref: il nostro Prodotto lordo subirà un ribasso dell’8% con una ripresa che non si materializzerà prima del terzo trimestre.

La ricerca

Dunque il Ref vede un sostanziale ribasso del nostro Prodotto interno lordo in questo primo semestre. La ragione, manco a dirlo, è nell’emergenza Coronavirus che ha letteralmente fermato l’economia dell’intera nazione. Il ribasso sarà pari all’8%, dunque lontano dalla precedente previsione che lo avrebbe attestato sull’1-3%. “La caduta -si legge nella nota del centro di ricerche – riguarda con questa intensità solamente l’ultima parte del primo trimestre, che potrebbe chiudere con un possibile decremento del 3 per cento sul quarto 2019 e manifestarsi pienamente nel secondo, quando la caduta sarebbe di un altro 5 per cento sul primo trimestre”

Europa vicina all’Italia

Bruno Le Maire, ministro dell’Economia francese, ha lanciato un monito all’Europa che, nel caso dovesse abbandonare l’Italia al suo destino, allora “l’Ue non si riprenderà più” invitando pertanto gli stati membri ad “essere uniti per far fronte al Coronavirus”. “Se sarà ognuno per sé – ha ammonito – se si abbandonano alcuni Stati, se ad esempio si dice all’Italia ‘cavatevela da soli’, l’Europa non si riprenderà”.

Conte e gli eurobondo

“La logica, la filosofia di Conte sull’uso del Mes – ha detto il commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni – è assolutamente condivisibile. Le modalità con cui si può fare un’operazione di questo genere sono legate alla discussione su questi eurobond, cioè su strumenti che si costruiscono sul mercato e sono a disposizione per tutti i Paesi”, sottolineando che “la crisi riguarda tutti, e che visto che abbiamo strumenti coordinati dobbiamo provare ad usarli”. E aggiunge: “La dimensione della risposta comune ancora non è adeguata ma sono stati fatti passi straordinari. Se cambiamo le regole di bilancio, quelle sugli aiuti di Stato e la Bce mette in campo il paracadute, nonostante le differenze la reazione è stata molto veloce”. E specifica che “avremo conseguenze enormi per tutti i Paesi ma ancora si fa fatica a capire che non è una crisi soltanto di uno o di pochi”.

Crimi: “più severità”

“Serve maggiore severità – ha detto il capo politico del M5s, Vito Crimi -. Non so se ci sarà un nuovo provvedimento, la catena di comando è netta e Conte fa la sintesi, ma lo auspicherei almeno nelle zone come la Lombardia. Tutto quello che non è essenziale andrebbe chiuso. Ma tante aziende hanno scelto di proprio la chiusura”. E “circa il ricorso al Mes senza condizionalità – ha aggiunto – purtroppo non ci credo”.

Conte: si al paracadute Mes

E’ necessaria “tutta la potenza di fuoco – ha fatto sapere il premier Guseppe Conte all’Ue – del fondo di salvataggio da 500 miliardi di euro per affrontare la crisi economica del continente. Non solo per l’Italia, ma per tutti i Paesi colpiti dal coronavirus. La politica monetaria da sola non può risolvere tutti i problemi. Dobbiamo fare lo stesso sul fronte di bilancio e, come ho detto, il tempismo è essenziale. La strada da seguire è aprire le linee di credito del Mes a tutti gli stati membri per aiutarli a combattere le conseguenze dell’epidemia Covid-19”.

Dombrovskis rassicura

“Gli strumenti ci sono e li useremo tutti”, ha dichiarato il responsabile dell’euro Valdis Dombrovskis, mentre il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno confessa che “si stanno esplorando anche altre strade oltre a quelle esistenti per rafforzare la risposta”. E la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, dopo la debacle verso il nostro Paese ammette che “all’Italia sarà concessa massima flessibilità sulla spesa e sugli aiuti di Stato”. Ha aggiunto anche che “le saranno lasciati 11 miliardi di euro di fondi strutturali che avrebbe dovuto restituire a Bruxelles, perché inutilizzati”. Certo che in questo particolare momento, il Mes sarebbe lo strumento più semplice da utilizzare con la sua capacità residua di 410 miliardi di euro. Ma c’è un limite: ‘politico’: “Se uno Stato chiedesse il suo aiuto, arriverebbe vincolato a condizioni stringenti. Finora si è trattato di riforme strutturali e risanamento forzato dei conti, come per la Grecia. Si potrebbe però lavorare per rendere più accettabile il suo impiego”, come ad esempio l’intervento “per il sistema sanitario” o per “emergenze legate alla crisi epidemica”. Solo così l’intervento potrebbe aprirsi a più stati.

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