Coronavirus, salgono a tre i casi in Italia, tutti in Lombardia. Buroni: “Chi torna dalla Cina vada in isolamento, senza eccezioni”

Al primo caso di un uomo ora in condizioni molto gravi se ne aggiungono altri due: la moglie incinta dello stesso paziente ricoverato e di un’altra persona che pare sia stata in diretto contatto con l’uomo affetto da Covid19 che si è presentata in maniera spontanea in ospedale con i sintomi del Coronavirus

AP Photo/Eugene Hoshiko

ROMA – Salgono a tre i casi in Italia, tutti in Lombardia. Si tratta di una persona che pare sia stata in diretto contatto con l’uomo affetto da Covid19, ricoverato in condizioni molto gravi, presentatosi spontaneamente in ospedale con i sintomi del Coronavirus.

I 3 casi

Il primo riguarda un uomo di 38 anni ricoverato in condizioni gravissime che ha contratto il Coronavirus senza mai essere stato in Cina ma che sarebbe stato contagiato da un collega di lavoro appena rientrato dall’Oriente. L’altra persona contagiata è la stessa moglie dell’uomo che pare sia anche in attesa di un bambino.

La terza persona invece, sarebbe venuta in diretto contatto con il 38enne ricoverato, presentatasi spontaneamente all’ospedale Sacco dopo aver manifestato i primi sintomi del Coronavirus. Ora è in osservazione in stato messo in isolamento.

Le precauzioni

“Abbiamo già ricostruito sia i contatti dei medici, degli infermieri, dei familiari più stretti a cui abbiamo già fatto i tamponi – ha dichiarato l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera – Sono già stati messi tutti in isolamento o chiamati a stare in isolamento al loro domicilio. La moglie, i genitori”. In tutto sarebbero una settantina le persone in quarantena tra familiari e sanitari.

L’immunologo

“Le ultime notizie mi portano a ripetere per l’ennesima volta l’unica cosa importante – ha scritto su Facebook immunologo Roberto Burioni – Chi torna dalla Cina deve stare in quarantena. Senza eccezioni. Uno o più di questi individui che ritornano dalla Cina potrebbe essere infettato, essere momentaneamente in perfetta salute e tra qualche giorno ammalarsi, infettando altre persone e iniziando una pericolosissima catena di contagi che a quel punto potrebbe essere molto difficile da fermare”.

La giusta polemica di Buroni

Il riferimento di Burioni è rivolto alla Regione Toscana che ha aperto ai cinesi di rientro dal loro paese senza sottoporli a dovuta quarantena, nelle persone di Speranza, commissario straordinario nazionale per l’emergenza Coronavirus e Borrelli. “Quanto sta facendo la Regione Toscana – ha detto il primo – risponde al protocollo dettato dal ministero della Salute”, mentre Borrelli ha ribadito che “chi è rientrato dalla Cina è controllato e non ci sono problemi”. Una giustificazione alquanto superficiale, vista l’emergenza che si sta verificando anche nel nostro Paese.
I contagi crescono mentre chi dovrebbe utilizzare le giuste precauzioni, come nel caso appena citato, pare si occupi di altro, come una paventata forma di razzismo verso i cinesi di rientro in Italia, evitando così di sottoporli ai previsti 14 giorni di quarantena.

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