Covid: consigliere no vax di Lissone contro Segre, poi rimuove il post. Lega: “Ci saranno provvedimenti”

"Ci mancava lei... 75190": non ha mai fatto esplicitamente il suo nome, ma quello è il numero con il quale la senatrice a vita Liliana Segre è stata marchiata al suo arrivo nel campo di concentramento di Auschwitz.

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

MILANO – “Ci mancava lei… 75190”: non ha mai fatto esplicitamente il suo nome, ma quello è il numero con il quale la senatrice a vita Liliana Segre è stata marchiata al suo arrivo nel campo di concentramento di Auschwitz. Il post, poi cancellato, è stato scritto da Fabio Meroni, consigliere comunale della Lega a Lissone, in Brianza. Nel mirino la senatrice ‘colpevole’, ai suoi occhi, di aver affermato che vaccinarsi contro il covid “è un dovere morale”. Meroni è infatti un convinto no vax. Parole, quelle contro Liliana Segre, che hanno spinto la Lega ad annunciare provvedimenti contro di lui. Netta la presa di posizione della sindaca di Lissone Concetta Monguzzi: “La mia città non si rispecchia in quelle parole”.

Il post ha scatenato una tempesta di polemiche. A cominciare dal Pd di Lissone che si è detto “inorridito dalle parole” di Meroni e ha chiesto pubbliche scuse nei confronti della senatrice. “Le considerazioni volgari di chi come il consigliere Fabio Meroni equipara le vaccinazioni al nazifascismo – si legge nella nota – offendono tutte le persone dotate di consapevolezza storica e di un senso di umanità”. Parole “vergognose” anche per Silvia Roggiani, segretaria del Pd Milano metropolitano. “Inaccettabile riferirsi in questo modo a una persona che ha vissuto tutto l’orrore dei campi di concentramento e il buio più profondo dell’umanità sulla propria pelle – afferma – Non bastano le scuse. La Lega prenda immediatamente le distanze dalle dichiarazioni del consigliere. È indegno che una persona che siede tra le fila delle istituzioni dimentichi un drammatico pezzo di storia del nostro Paese e del mondo intero”.

“Chiamare una persona con un numero, tatuare questo numero su un corpo, ha l’obiettivo di cancellare la sua identità, di annullare la persona, la storia, la intelligenza e toglierle un futuro – scrive – Non è un numero qualunque – sottolinea la sindaca di Lissone È qello di una deportata, vittima della più grande tragedia mondiale, ora senatrice della Repubblica. Le istituzioni italiane sono antifasciste chi non lo è non può stare nelle istituzioni”.

La reazione della Lega non si è fatta attendere. Fabrizio Cecchetti, vicecapogruppo della Lega alla Camera e segretario lombardo del Carroccio, ha annunciato l’intenzione di chiedere “provvedimenti”. “Il modo in cui il consigliere Fabio Meroni si è rivolto alla senatrice Liliana Segre è inaccettabile e non rappresenta il pensiero di nessuno. E per questo chiederò provvedimenti”, ha fatto sapere.

Su Twitter è intervenuto anche Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra italiana che dice: “L’insulto social del consigliere della Lega ed ex deputato Fabio Meronifa solo ribrezzo”.

di Laura Pirone

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