Covid, crollato in Sardegna il mercato delle crociere: 400mila turisti in meno

Nel 2020, navi da crociera non se ne sono viste. E, fino a oggi, nel 2021 l'andazzo sembra desolatamente lo stesso

Foto Andrea Pattaro / AFP

CAGLIARI – È passato poco più di un anno da quando nei porti di Cagliari, Olbia e Porto Torres si stagliavano maestose ed eleganti le navi da crociera delle tante compagnie che sceglievano la Sardegna fra le loro tappe preferite. Un anno che sembra un secolo, con porti vuoti e strade non più battute dai croceristi: un danno enorme dal punto di vista economico, nell’immediato – perché mancano all’appello oltre 400mila croceristi all’anno – e in prospettiva, perché tanti di quelli che ammiravano le città dove approdavano decidevano di tornarci.

Crolla il mercato delle crociere

“Il danno c’è, perché ci sono studi precisi che dimostrano l’impatto economico del traffico croceristico sull’economia regionale”, dice l’economista Raffaele Paci, docente all’Università di Cagliari. Uno studio che calcola una spesa media di 10 euro fra caffè e souvenir per ciascun crocerista: il conto del danno è salato, in questi tempi di crisi nera ancora di più. Nei tempi prima della pandemia il giro d’affari stimato in Sardegna con l’arrivo dei croceristi da tutto il mondo è di circa 400 milioni all’anno.

Vietato perdere tempo, dunque, soprattutto dopo l’allarme dell’assessore al Turismo del comune di Cagliari, Alessandro Sorgia, sulla decisione delle compagnie di navigazione di “evitare” il capoluogo perché “sono emerse difficoltà nel gestire la sicurezza di cittadini e passeggeri a causa della pandemia”.

Se non si vuol far precipitare la situazione è dunque indispensabile intervenire immediatamente. “Serve un accordo internazionale fra gli Stati che consenta a chi è in viaggio di poter fare il richiamo del vaccino ovunque si trovi”, propone il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi.

L’allarme

“Spesso i croceristi rinunciano a partire perché magari la data di richiamo del vaccino cade proprio nel bel mezzo della vacanza”. Nizzi, che sottolinea come l’arrivo di 3-4 navi da crociera a settimana a Olbia significa “migliaia di persone che spendono in giro per la città”, lancia poi una frecciata all’autorità di gestione dei porti della Sardegna, Massimo Deiana. “Non abbiamo alcuna indicazione dall’autorità portuale, che dovrebbe pianificare la stagione insieme alle compagnie”.

Ma la difficoltà di pianificare, sottolinea Deiana, sta proprio nell’incertezza: troppe incognite, tanto che, per ora, di sicuro all’orizzonte c’è solo un tavolo tecnico con la regione per cercare di venire a capo di una situazione decisamente complessa. Come dimostra quello che è successo pochi giorni fa quando, arrivata finalmente una nave da crociera a Cagliari, i passeggeri non sono potuti sbarcare perché a bordo c’erano due positivi al Covid. “Lo trovo assurdo, perché in base a un protocollo nazionale i croceristi devono seguire percorsi precisi e restare in una sorta di bolla, senza avere contatti con nessun cittadino”, dice il sindaco Paolo Truzzu. E se è vero che questo significa non poter entrare in negozi e bar, c’è una prospettiva: “Vedono Cagliari e tanti di loro ci tornerebbero in vacanza”, assicura Truzzu.

Ripartire

La parola d’ordine per tutti è dunque una sola: ripartire. Anche perché la situazione era già in peggioramento nel 2019, quando rispetto all’anno precedente il bilancio si era chiuso con il 28% in meno degli approdi (101 rispetto ai precedenti 140) e il -26% di passeggeri (290mila rispetto ai 394mila del 2018). Nel 2020, navi da crociera non se ne sono viste. E, fino a oggi, nel 2021 l’andazzo sembra desolatamente lo stesso.

(LaPresse/di Sara Panarelli)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome