Covid: è caos tamponi. Regioni: “Fuori quarantena con test rapido”. Virologi: “O così o paralisi”

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

ROMA – Troppi casi di Covid, troppi contatti messi in quarantena. E, inevitabilmente, troppe richieste di tamponi molecolari, quelli più affidabili per individuare il virus e le sue varianti, con infinite code fuori dalle Ausl e dai laboratori privati.

Per alleggerire il carico di test processati – solo oggi sono stati, tra molecolari e antigenici, 1.150.352 – sempre più Regioni, dal Lazio all’Emilia Romagna, dalla Toscana al Piemonte – hanno deciso di emanare delle ordinanze secondo cui sarà sufficiente un tampone rapido positivo per certificare la malattia e, a fine quarantena, l’avvenuta guarigione. Una misura presa in attesa che quanto stabilito dal Governo diventi legge per evitare di mandare completamente il tilt la macchina dei tracciamenti.

Una soluzione che, però, desta qualche perplessità vista l’affidabilità dei test antigenici, quelli eseguiti in farmacia. La comunità scientifica, infatti, ha più volte ribadito che la percentuale di ‘falsi negativi’ è decisamente alta, fino al 30%. Molto dipende da quando si fa il test: farlo troppo presto potrebbe non rilevare il virus, soprattutto se si è asintomatici.

Ma a mali estremi, estremi rimedi. “Dopo aver rispettato tutte le prassi scientificamente valide, questa è una scelta pratica, altrimenti si blocca il Paese”. Così Arnaldo Caruso, presidente della Società Italiana di Virologia, commenta a LaPresse la decisione di considerare sufficiente il tampone rapido antigenico. “Ovviamente il tampone molecolare resta lo strumento più affidabile”, ribadisce Caruso. “Ma siamo troppo avanti con la pandemia e con questi numeri si rischia di paralizzare i laboratori”.

di Giusi Brega

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