Covid, Fiaso: “Rallenta la crescita dei ricoveri ma sale quella dei pazienti pediatrici”

Matthew Cushman, 7, receives his COVID-19 vaccination at the Salt Lake County Health Department Wednesday, Nov. 3, 2021, in Salt Lake City. The U.S. enters a new phase Wednesday in its COVID-19 vaccination campaign, with shots now available to millions of elementary-age children in what health officials hailed as a major breakthrough after more than 18 months of illness, hospitalizations, deaths and disrupted education. (AP Photo/Rick Bowmer)

ROMA “Rallenta la crescita dei ricoveri ma sale quella dei pazienti pediatrici”. Lo dice il Report di 20 ospedali aderenti alla rete Fiaso, la Federazione italiana aziende sanitari e ospedaliere e fa riferimento dalla settimana che va dall’11 al 18 gennaio e riguarda un totale di 2.339 pazienti adulti. Una forbice di tempo che ha segnato un aumento pari del 7,1%, ovvero un incremento più basso rispetto all’accelerazione del 18% registrata nella settimana dal 4 all’11 gennaio. In crescita i ricoveri ordinari pari al 7% e dei pazienti in terapia intensiva lievemente più alto pari al 9%”. Invariata invece “la differenza di età fra vaccinati e non: i primi hanno in media 72 anni, i secondi 66 anni”.

Calo in rianimazione
Il dato Fiaso segna nei reparti di terapia intensiva un +9% con un calo rispetto all’impennata del 18% della scorsa settimana. Secondo il Report Fiaso “ad occupare i posti letto della Terapia intensiva sono per la maggioranza sempre i no vax: i non vaccinati ricoverati in rianimazione sono il 62% del totale”.

Più ricoveri pediatrici
E sempre nello stesso arco di tempo, ovvero nella settimana dall’11al 18 gennaio sono aumentati del 27,5% i ricoveri di persone sotto i 18 anni. “Nei 4 ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria degli ospedali sentinella – recita il report – il numero dei bambini ricoverati è passato da 120 a 153 di cui 10 in terapia intensiva”. I dati dicono che “il 34% ha tra meno di 6 mesi. Complessivamente quasi 2 su 3 dei minori ricoverati (il 61%), ha meno di 4 anni ed è dunque in una fascia di età non vaccinabile mentre il 25% ha tra 5 e 11 anni”.

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