Covid, l’Oms avverte: “Non se ne esce con un booster. In Austria e Belgio la stretta dopo Natale”

Le parole del direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus

Foto Salvatore Di Nolfi / Keystone tramite AP, file in foto Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità

MILANO – Mentre i contagi in Europa continuano a salire, dopo la Germania anche Austria e Belgio varano una stretta che entrerà in vigore dopo Natale. In Europa “possiamo vedere un’altra tempesta in arrivo”, ha affermato l’Oms per bocca del direttore regionale Hans Kluge. Mentre, nel giorno in cui la Germania afferma che potrebbe essere necessaria una quarta dose del vaccino, il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, lancia un avvertimento: “Nessun Paese può uscire dalla pandemia” di Covid-19 “con i booster” e “i booster non possono essere considerati un modo per andare avanti con le celebrazioni in programma, senza ulteriori precauzioni”, anzi bisogna garantire la vaccinazione dei Paesi più poveri ed “è probabile che i programmi di richiamo generalizzati prolunghino la pandemia anziché porvi fine, deviando le forniture di dosi verso Paesi che hanno già alti livelli di copertura vaccinale e dando al virus maggiori opportunità di diffondersi e mutare”.

La variante Omicron fa paura. Dunque l’Austria, pur avendo dati più bassi rispetto a molti Paesi Ue venendo fuori da un lockdown, ha deciso praticamente di tagliare le feste di Capodanno: dal 27 dicembre ci sarà coprifuoco alle 22 per i servizi di ristorazione. “Celebrate in un gruppo piccolo” e “preferibilmente all’esterno”, è stato il consiglio della responsabile della sanità pubblica austriaca Katharina Reich. E il Belgio ha deciso che a partire dal 26 dicembre saranno chiusi cinema, teatri e sale concerti e saranno vietate le attività al chiuso, mentre bar e ristoranti resteranno aperti fino alle 23.

Nel Regno Unito, per la prima volta dall’inizio della pandemia, sono stati registrati oltre 100mila contagi in 24 ore, precisamente 106.122, oltre a 172 decessi. Anche la Francia teme oltre 100mila casi al giorno da fine mese in poi, ma il ministro della Salute Olivier Veran ha escluso una nuova stretta, facendo sapere che invece si punterà su una robusta campagna di vaccinazione (che da oggi include anche i bambini fra 5 e 11 anni). E mentre la Spagna va verso la reintroduzione dell’obbligo di mascherina all’aperto, la Germania ritiene che Omicron potrebbe diventare dominante fra 1-3 settimane e annuncia non solo di avere ordinato 80 milioni di dosi di BioNTech aggiornate contro la variante Omicron, ma anche che una quarta dose di vaccino potrebbe essere necessaria (il primo Paese a parlare di quarta dose era stato ieri Israele). Natale non sia “la scintilla che dà il via a un incendio Omicron”, ha detto il capo del Robert Koch Institute (Rki), Lothar Wieler, visto che in Germania le restrizioni entreranno in vigore il 28 dicembre.

Gli Stati Uniti, alle prese con una nuova ondata di contagi, hanno autorizzato per pazienti ad alto rischio la prima pillola contro il Covid-19: si tratta del farmaco prodotto da Pfizer, Paxlovid, che i cittadini possono assumere a casa per ridurre il rischio di ricoveri e morte. Il tutto nel giorno in cui la Francia ha deciso di annullare il suo ordine di pillole anti-Covid di Merck & Co, a seguito della pubblicazione di dati sui test reputati deludenti, e Parigi ordinerà invece il farmaco antivirale di Pfizer.

Intanto dal Sudafrica, che il mondo osserva con attenzione perché è qui che la variante Omicron è stata rilevata per la prima volta, alcuni esperti sostengono che il picco di Omicron potrebbe essere passato: dopo avere toccato un picco di circa 27mila nuovi casi a livello nazionale giovedì, il dato è sceso ieri a 15.424, e nella provincia di Gauteng, cioè quella più popolosa del Sudafrica con i suoi 16 milioni di abitanti e in cui si trovano Johannesburg e la capitale Pretoria, il calo è iniziato prima e prosegue. “Il calo di nuovi casi a livello nazionale, combinato con il calo sostenuto di nuovi casi qui nella provincia di Gauteng, che per settimane è stato il centro di questa ondata, indica che abbiamo superato il picco”, ha detto ad Associated Press Marta Nunes, ricercatrice presso il dipartimento analisi di malattie infettive dell’università di Witwatersrand.

(LaPresse)

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