Covid, Mattarella apre il Meeting di Rimini: “Vaccinarsi un dovere, non un principio astratto”

Un discorso senza pause, con punti fissi ben precisi: lotta al Covid, democrazia e responsabilità, Europa, globalizzazione e sviluppo. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, apre l'edizione 2021 del Meeting di Rimini puntando dritto al tema più importante in questa fase storica: "Vaccinarsi è un dovere, non obbedienza a un principio astratto".

Foto Francesco Ammendola/Ufficio Stampa Quirinale/LaPresse

ROMA – Un discorso senza pause, con punti fissi ben precisi: lotta al Covid, democrazia e responsabilità, Europa, globalizzazione e sviluppo. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, apre l’edizione 2021 del Meeting di Rimini puntando dritto al tema più importante in questa fase storica: “Vaccinarsi è un dovere, non obbedienza a un principio astratto”. Il capo dello Stato insiste ancora sulla necessità della campagna di somministrazione “perché nasce dalla realtà concreta” che il siero “è lo strumento più efficace che abbiamo per difenderci e tutelare i più deboli e i più esposti ai pericoli”. Lo definisce “un atto di amore nei loro confronti”, riprendendo le parole pronunciate pochi giorni fa da Papa Francesco.

Alla convention di Comunione e Liberazione, Mattarella si rivolge principalmente ai giovani, incoraggiandoli “a trarre da questa esperienza una spinta a raccogliere e trasmettere passione, solidarietà, capacità di ascolto e dialogo: valori fondamentali in tutti gli ambiti della vita quotidiana”. Il loro mondo è quello della globalizzazione, altro argomento su cui il presidente della Repubblica si sofferma in diversi passaggi del suo messaggio: “Nel tempo che viviamo i cambiamenti si fanno sempre pui accelerati e interdipendenti. Il mondo globale viene percepito e diviene, in realtà, sempre più piccolo. Le distanze si accorciano, comunichiamo online con immediatezza”. Anche il Covid-19 ha giocato un ruolo più che fondamentale nei cambiamenti del Pianeta, propagando “rapidamente i suoi effetti sull’uomo, sulle società, sulle economie, diffondendo morte e provocando una crisi ancor più pesante delle altre di questo primo scorcio di millennio”.

Ma la pandemia ci ha fatto anche scoprire “più fragili di quanto credevamo”, comprendendo “con ancora maggior chiarezza di aver bisogno del sostegno degli altri”. E della “responsabilità” di tutti: “Nell’opera dei medici, di tutto il personale sanitario, nel lavoro di chi svolge mansioni sociali, nell’impegno di chi opera nel tessuto produttivo ed economico, nell’azione dei governi e degli organismi internazionali, ma anche nei comportamenti di ciascuno di noi”, sottolinea Mattarella. Ed è per questo che sembra lanciare, implicitamente, un nuovo appello a quanti ancora non hanno compreso l’importanza della lotta alla pandemia: “La libertà, per essere tale, deve misurarsi con la libertà degli altri”.

Anche l’Europa ha il suo compito, difficile, da assolvere. Soprattutto quello di riprogrammare il futuro, anche con iniziative come il piano Next Generation Eu: “L’Ue si fa motore di un nuovo sviluppo, più equilibrato e sostenibile. È un’occasione storica che dobbiamo saper cogliere”. Ma “la Conferenza in corso di svolgimento deve essere occasione di ampia visione storica e non di scialba, ordinaria gestione del contingente”, ammonisce Mattarella. Che punta sulla “sovranità comunitaria”, contro “ogni grettezza e mortificanti ottusità miste a ipocrisia, che si manifestano anche in questi giorni” e “che sono frutto di arroccamenti antistorici e in realtà autolesionisti”. In poche parole, conclude il capo dello Stato: “Il destino dell’umanità è comune”, dunque “la formula vincente da applicare è quella cosiddetta win-win: si vince insieme, si perde insieme”.

LaPresse

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