Covid, Regioni puntano su green pass e nuovi parametri, confronto con il Governo

Foto Francesco Ammendola / LaPresse Massimiliano Fedriga, Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome

ROMA – Rivedere i parametri per il passaggio dalla zona bianca alla gialla considerando maggiormente il tasso di ospedalizzazione rispetto al solo numero dei contagi e green pass obbligatorio per far ripartire discoteche ed eventi, ma anche non richiudere in caso di ritorno a maggiori restrizioni. Discorso che vale ora e varrà soprattutto da settembre, per attività come i ristoranti con i tavoli al chiuso ma anche le scuole: i governatori insistono per scongiurare un nuovo ricorso alla didattica a distanza.

Sono le proposte su cui ragionano le Regioni che hanno aggiornato la riunione di oggi a domattina alle 9: “Sia sulla revisione dei criteri per le zone che sull’uso del green pass – ha spiegato il presidente Massimiliano Fedriga – sono in corso ulteriori interlocuzioni con il Governo e, dopo la discussione odierna, la Conferenza delle Regioni tornerà a riunirsi domattina per la definizione puntuale delle proposte”.

Le Regioni puntano ad evitare il passaggio in zona gialla che per alcune sarebbe inevitabile già in tempi brevi, guardando al solo andamento di contagi, attribuendo maggior peso al numero delle ospedalizzazioni fissando le soglie del 15% massimo di occupazione nelle terapie intensive e il 20% nei reparti, con la possibilità di introdurre elementi di flessibilità per le Regioni più piccole. Nelle raccomandazioni, che saranno poste all’attenzione della Cabina di regia e del Governo, anche la valutazione del peso della popolazione vaccinata e il numero dei test effettuati, almeno 150 ogni centomila abitanti.

Tra le proposte anche la possibilità di ridurre da 4 a tre le fasce di colore, un’idea però non condivisa da tutti. I governatori puntano a definire il proprio documento d’intesa con il governo così che la mediazione sia precedente alla cabina di regia di maggioranza che dovrebbe riunirsi domani, presieduta dal premier Mario Draghi, prima del punto in conferenza unificata e in Stato-Regioni. L’ultimo passaggio è la riunione del Consiglio dei ministri chiamato a varare al massimo giovedì il nuovo decreto che dovrebbe essere illustrato dal premier in conferenza stampa e entrerebbe in vigore lunedì prossimo.

Tra i punti del provvedimento, la proroga dello stato di emergenza in scadenza di altri tre mesi, quindi fino al 31 ottobre. Nelle loro proposte, i governatori mettono anche l’accento sulla scuola. “Riteniamo indispensabile per quest’anno evitare la didattica a distanza nelle scuole della Campania – dice a microfoni aperti Vincenzo De Luca Sarebbe davvero un danno grave per i percorsi formativi e di socializzazione dei nostri studenti. Per raggiungere questo obiettivo è essenziale sviluppare una campagna di vaccinazioni mirata per la fascia di giovani tra i 12 e i 19 anni”.

Per docenti e personale scolastico la mediazione potrebbe essere quella della ‘raccomandazione’, mentre FI con Licia Ronzulli scatta in avanti e presenta un ddl sull’obbligatorietà. Invita alla cautela il ministro della Salute Roberto Speranza: “L’epidemia è ancora il nostro presente. Sarebbe un errore considerarla il nostro passato. I numeri che vediamo in queste ore in Italia sono numeri crescenti”.

Solo in Lazio si registrano 681 nuovi contagi e un decesso: l’alto tasso di vaccinati, spiega l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, evita ulteriori criticità ma “stiamo pagando il cosiddetto ‘effetto Gravina’ e i casi sono destinati ad aumentare per l’effetto del calo di tensione in occasione dei festeggiamenti per gli Europei, che durerà ancora alcuni giorni”.(LaPresse)

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