MILANO – “Troppe persone oltre i 60 anni non colgono l’appuntamento con i centri di somministrazione e restano vulnerabili al virus. Tra 70 e 80 anni la letalità è del 10%, quindi il rischio non si è estinto. Sono molto preoccupato per loro. Ci vuole una campagna di sensibilizzazione rivolta a questa fascia di età. Oppure andiamoli a cercare casa per casa per avviare un dialogo costruttivo”. Così Luca Richeldi, pneumologo del policlinico Gemelli, nel Cts per dodici mesi, in un’intervista al Corriere della Sera.
“Bisogna prepararsi a un possibile aumento dei contagi dopo un’estate giustamente vissuta in libertà. Spero che tutti trascorrano questi mesi con senso di responsabilità e consapevolezza. Il virus c’è ancora nel mondo e più resta in giro più cresce la possibilità che emergano mutazioni capaci di ‘bucare’ i vaccini. Non si può certo rischiare”, aggiunge, “non mi sono piaciute le fughe in avanti di alcune Regioni che hanno saltato il criterio dell’età nell’aprire l’agenda degli appuntamenti per sfidarsi a chi vaccina di più. Non conta solo quante dosi vengono somministrate ogni giorno ma chi le riceve. Il primo obiettivo è la protezione dei vulnerabili”.
“Purtroppo sappiamo che il contenimento epidemiologico, cioè le cosiddette zone rosse, sono efficaci nel ridurre la circolazione virale e se dovessimo trovarci di fronte alla circolazione di una variante più contagiosa e diffusiva, soprattutto in presenza di una mancata vaccinazione di quella popolazione, a quel punto la zona rossa sarebbe l’unica opzione percorribile”, afferma Richeldi, “consiglierei di non viaggiare e trascorrere le vacanze vicino a casa, per prudenza. Da noi ci sono posti splendidi e sarebbe illogico recarsi fuori dall’Italia in una fase che non si è definitivamente stabilizzata”.
(LaPresse)