Crisi di governo: preoccupazione all’estero. Cremlino smorza i toni: “E’ un affare interno”

La notizia delle dimissioni di Mario Draghi agita le cancellerie d'Europa e non solo.

In foto il Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen (AP Photo/Jean-Francois Badias)

TORINO – La notizia delle dimissioni di Mario Draghi agita le cancellerie d’Europa e non solo. Da Bruxelles, la portavoce della Commissione europea Dana Spinant ha rimarcato che non è abitudine commentare gli sviluppi politici dei vari paesi, che pure vengono seguiti “con grande interesse” perchè sono “vibranti”, la presidente Ursula Von der Leyen lo ha detto in molte occasioni: è stata “molto felice di lavorare con Draghi”. L’ex governatore della Bce rappresenta per l’Ue una garanzia per la gestione dei fondi del Next Generation Eu, di cui l’Italia è la principale beneficiaria. “Von der Leyen attende con impazienza una cooperazione continua con le autorità italiane su tutte le politiche e priorità dell’Ue”, aveva commentato a caldo il portavoce della presidente Eric Mamer, e un concetto simile è stato rilanciato dalla vicepresidente esecutiva della Commissione, Margrethe Vestager, che ha parlato di “una collaborazione molto stretta” con i ministri italiani, ammettendo però di non sapere “se usare il presente o il passato”. Più esplicita la presidente del gruppo dei Socialisti e democratici al Parlamento europeo, Iratxe García Peres, che ha detto di seguire “con preoccupazione la notizia della crisi nel governo guidato da Draghi. In questo momento, con la guerra in Ucraina, l’aumento dei prezzi e il difficile contesto geopolitico, l’Italia ha bisogno di stabilità. E l’Unione europea ha bisogno di un governo forte e europeista in Italia”.

Mosca ha invece cercato di smorzare i toni, dopo il post sarcastico dell’ex presidente russo e attuale vice presidente del Consiglio di sicurezza Dmitri Medvedev, che sul suo canale Telegram ha pubblicato una foto di Draghi e del premier britannico uscente con accanto una sagoma nera e un punto interrogativo, come a chiedersi chi sarà il prossimo leader europeo a lasciare l’incarico. Le dimissioni di Draghi e di Boris Johnson “sono affari interni”, ha precisato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, “non interferiamo in alcun modo e non abbiamo nulla a che fare con questo”.

La crisi di governo è stata letta con preoccupazione dai principali media internazionali. Il New York Times ha parlato di “potenziale calamità per l’Europa mentre cerca un fronte unito contro l’aggressione russa in Ucraina e affronta un’ondata di contagi da Covid e una crisi energetica”. Se a causa della “rivolta dei populisti anti-establishment” Draghi, “un titano d’Europa”, non restasse, “significherebbe instabilità non solo per l’Italia” e “aprirebbe le porte a forze che sono molto più solidali con Putin”. Simile l’analisi dell’emittente tedesca Deutsche Welle, secondo cui dire addio a Draghi “non sarebbe solo un regalo per il presidente russo Vladimir Putin, ma metterebbe anche in pericolo l’Ue, l’euro e la politica sull’Ucraina”.

Di Silvia Caprioglio

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