ROMA – “È una cosa senza precedenti, e sono emozionata”. Ilaria Cucchi commenta felice la decisione della Presidenza del Consiglio, dei ministeri di Interno e Difesa e dell’Arma dei carabinieri che hanno formalizzato davanti la gup di Roma l’istanza per essere ammessi come parte civile nel procedimento sul tentativo di insabbiamento che coinvolge otto carabinieri.
Le istituzioni si costituiscono parte civile
Le istituzioni “sono al nostro fianco contro i responsabili dei gravissimi depistaggi con parole durissime nei loro confronti”, aggiunge Ilaria. Citando la richiesta nella quale l’avvocatura dello Stato chiede 120 mila euro di provvisionale. E sottolinea il “grave danno alle istituzioni” di chi “intralciò” le indagini.
Nel procedimento, chiedono di esser parte civile anche la famiglia del geometra morto nel 2009, gli agenti di polizia penitenziaria ingiustamente imputati nel primo processo. E il sindacato dei militari, Cittadinanzattiva e Riccardo Casamassima, la cui testimonianza ha fatto aprire l’inchiesta bis sul caso.
Il processo Cucchi
Tra i militari dell’Arma coinvolti, ci sono alti ufficiali come il generale Alessandro Casarsa, che nel 2009 era alla guida del gruppo Roma. E il colonnello Lorenzo Sabatino, ex capo del Reparto operativo della capitale. Gli otto sono indagati a vario titolo per falso, omessa denuncia, calunnia e favoreggiamento.
L’inchiesta e i capi d’accusa
L’inchiesta coinvolge anche Massimiliano Labriola Colombo, ex comandante della stazione di Tor Sapienza, dove Cucchi venne portato dopo il pestaggio, Francesco Di Sano, che a Tor Sapienza era in servizio quando arrivò il geometra, Francesco Cavallo all’epoca dei fatti capufficio del comando del Gruppo carabinieri Roma, il maggiore Luciano Soligo, ex comandante della compagnia Talenti Montesacro, Tiziano Testarmata, ex comandante della quarta sezione del nucleo investigativo, e il carabiniere Luca De Ciani.
Le annotazioni redatte dopo la morte del geometra
Il procedimento, coordinato dal pm Giovanni Musarò, ruota attorno alle due annotazioni redatte dopo la morte del geometra romano. E modificate per far sparire ogni riferimento ai dolori che il giovane lamentava la notte dell’arresto dopo il pestaggio subito nella stazione della compagnia Appia.
(LaPresse/di Alessandra Lemme)