Cyber attacchi, gli Usa tremano: rischi come l’11 settembre

L'allarme lanciato dal direttore della National Intelligence: “Livelli pari al 2001”

Internet

WASHINGTON – Internet, tecnologia. Progresso, certo. Ma non sempre. In alcuni casi il sapersi muovere nel mondo del web può diventare molto pericoloso. Al punto tale che gli attacchi a siti istituzionali, segreti, portati avanti dagli hacker di tutto il mondo possono essere paragonati a quelli ‘reali’.

Quella ‘lucina’ rossa che fa tremare

L’allarme lo ha lanciato il direttore della ‘National Intelligence’ negli Stati Uniti, Dan Coats. Per lui la minaccia dei ‘cyber attacchi’ ha raggiunto un livello preoccupante. Forse anche di più. La situazione, infatti, sarebbe addirittura arrivata ad un punto critico. Premonitori, forse, di nuove stragi. Per suffragare a quella che al momento sarebbe soltanto un’ipotesi da guardare comunque con attenzione, Coats usa un paragone terrificante. I segnali d’allarme che si stanno registrando negli ultimi tempi sarebbero infatti pari a quelli che precedettero l’11 settembre. Perché c’è quella ‘lucina’ lampeggiante all’interno del sistema di monitoraggio che ha iniziato a lampeggiare.

Il paragone con le fasi antecedenti la strage dell’11 settembre

E questo sarebbe il dato fondamentale, testimonianza di come l’intera infrastruttura digitale statunitense sia letteralmente sotto attacco: “Fu nei mesi precedenti all’11 settembre – ha spiegato – che, stando a quello che dichiarò l’allora direttore della Cia George Tenet, il sistema lampeggiò rosso. Sono passati quasi vent’anni e quell’allarme rosso lampeggia nuovamente”. Una dichiarazione sulla quale bisognerà lavorare. E grazie alla quale l’attenzione dell’intero sistema di intelligence statunitense dovrà rimanere molto alta. Cosa che, in ogni caso, non è mai mancata da quanto l’intero mondo fu colpito dal terribile attacco alle torri gemelle. Che questi segnali possano portare ad un nuovo attacco non è equazione esatta, ma è chiaro che un po’ di timore che questo possa avvenire c’è eccome. Anche perché Coats ha poi fatto riferimento a Russia, Cina, Iran e Corea del Nord, definendole senza mezzi termini quelli che “continuano nei loro sforzi per minare la nostra democrazia”. Quella luce rossa, dunque, a cosa porterà?

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome