NAPOLI – Ieri il mondo ha celebrato la Giornata delle api. Il 20 dicembre 2017 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione con la quale ha dichiarato il 20 maggio di ogni anno una Giornata dedicata alla tutela degli insetti impollinatori. E’ stato scelto il 20 maggio perché è la data di nascita di Anton Janša, che nel XVIII secolo fu un pioniere delle tecniche di apicoltura moderne nel suo paese natale, la Slovenia.
IL DECLINO
Lo scopo della risoluzione è proporre riportare all’attenzione dei cittadini, dei media e dei decisori politici l’importanza delle api e in generale di tutti gli impollinatori, api, vespe, farfalle, coccinelle, ragni, rettili, uccelli, finanche mammiferi, per la sicurezza alimentare, la sussistenza di centinaia di milioni di persone e per il funzionamento degli ecosistemi e la conservazione degli habitat. La risoluzione ha tenuto conto in particolare di un rapporto che ha portato alla ribalta mondiale il declino a cui stanno andando incontro le api e gli altri impollinatori. Il rapporto ha stimato che un numero crescente di specie di impollinatori in tutto il mondo è sull’orlo dell’estinzione a causa di diversi tipi pressione, molti dei quali prodotte dall’uomo. Le cause sono molteplici e concatenate e sono le stesse che stanno portando al declino della biodiversità: distruzione, degradazione e frammentazione degli habitat, inquinamento (in particolare da pesticidi), cambiamenti climatici e diffusione di specie aliene invasive, parassiti e patogeni.
LE API E IL NOSTRO FUTURO
Circa il 70% delle 115 principali colture agrarie mondiali beneficia dell’impollinazione animale. In Europa la produzione di circa l’80% delle 264 specie coltivate dipende dall’attività degli insetti impollinatori. La produzione agricola mondiale direttamente associata all’impollinazione animale rappresenta un valore economico stimato tra 235 e 577 miliardi di dollari. Secondo il Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia la valutazione economica del servizio di impollinazione delle aree agricole italiane è pari a circa 3 miliardi di euro l’anno.
CLIMA KILLER
Il freddo anomalo fuori stagione dopo la lunga siccità sta uccidendo gli alveari e tagliando i raccolti di miele in primavera con una perdita di produzione dei mesi di aprile e maggio 2023 pari anche dell’80% rispetto alla scorsa stagione. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti secondo l’Osservatorio miele in occasione della giornata mondiale delle api che fanno i conti con i danni provocati dall’ondata di maltempo che ha praticamente azzerato il raccolto di miele nei quasi 45mila alveari della Romagna curati da circa 1800 apicoltori. Le bufere di pioggia e vento e il crollo delle temperature in diverse parti d’Italia hanno impedito alle api di volare e danneggiato i fiori facendo crollare le produzioni dopo che nel 2022 a livello nazionale sono stati raccolti 23 milioni di chili di miele grazie 1,5 milioni di alveari curati da circa 73mila pastori delle api.
CHE FARE
Oltre che per il cambiamento climatico, le api sono in declino prevalentemente per le azioni dannose dell’uomo. Sono infatti minacciate da pesticidi, perdita di habitat, monocolture, parassiti, malattie e cambiamenti climatici. Tutte azioni che mirano a un miglioramento del profitto tramite l’ottimizzazione delle colture, ma a lungo andare il raccolto sarà penalizzato dalla penuria di insetti impollinatori. Per aiutare le api possiamo fare qualcosa anche noi, partendo da piccole azioni quotidiane, dentro e fuori le mura domestiche. In giardino o sul balcone non dobbiamo usare pesticidi chimici, e possiamo seminare fiori che forniscono nutrimento alle api. Nella lista dei fiori ‘amici’ delle api ci sono facelia, calendula, veccia, lupinella, trifoglio incarnato, trifoglio alessandrino, trifoglio resupinato, erba medica, coriandolo, cumino, pastinaca, aneto, borragine, rosmarino, timo, sulla, girasole, malva, tagete, grano saraceno, finocchio annuale, lavanda e meliloto officinale. Piantandoli sul terrazzo o sul giardino contribuiremo a rendere il mondo un posto migliore per le api e non solo. Il futuro della Terra dipende molto anche da questo.
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