Roma (LaPresse) – Tensioni nella maggioranza in commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera sul ddl anticorruzione. Il movimento 5 Stelle, secondo quanto viene riferito, ha rimesso in discussione l’accordo siglato ieri sera con la Lega. Poi concretizzatosi con l’emendamento dei Relatori all’articolo 7. L’intesa aveva visto alzarsi la soglia a 2000 euro annui, al di sopra della quale bisognava rendere pubblici i nomi dei donatori. Mentre il testo originario dell’articolo 7 del ddl prevedeva appunto il limite di 500 europeo, poi sarebbe scattato l’obbligo di trasparenza. I pentastellati vorrebbero riportare la soglia al testo originario. Il cambio di rotta avrebbe innervosito i leghisti che all’uscita della sala hanno commentato: “È da pazzi lavorare così” dice Igor Iezzi. Il governo a questo punto ha chiesto un nuovo rinvio alla 15.
La differenza di vedute sta creando scompiglio nel Governo, ennesimo rinvio alle porte
Nella tarda serata di ieri le commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera hanno approvato un emendamento della Lega che sopprime parte dell’articolo 9 del ddl Anticorruzione. Il titolo recita ‘Disposizioni in materia di trasparenza nei rapporti tra partiti politici e fondazioni politiche’. Nel testo originale un partito politico poteva essere collegato a una sola fondazione, con la norma a firma leghista questo limite viene eliminato.