Decreto anti-rave, in arrivo un’altra stretta del governo

ROMA – Decreto anti-rave: in arrivo delle modifiche. Si tratta di criticità sottolineate da opposizione e Forza Italia (maggioranza) oltre che da costituzionalisti e giuristi a cui il Parlamento dovrà lavorare per convertire il decreto in legge entro la fine dell’anno in corso. Le ‘irregolarità’ riguarderebbero “l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati” oltre la possibilità di “intercettare (a causa della pena superiore ai 5 anni) anche adolescenti alla ricerca di ipotetici responsabili del nuovo reato”. Ciò a sole 48 ore dall’emanazione in Cdm e dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Riduzione della pena
Una delle ipotesi riguarderebbe una potenziale riduzione della pena: forse dai 6 ai 4 anni, per non prevedere l’arresto immediato e le intercettazioni che dai 5 anni di condanna scatterebbero in maniera automatica. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha sottolineato come “il decreto non incida sui sacrosanti diritti della libera riunione”. Per l’avvocato Francesco Paolo Sisto (Forza Italia) infatti “bisogna evitare a tutti i costi che questa norma possa essere applicata alla legittima manifestazione di dissenso, da quella sindacale a quella scolastica. Su questo dovremmo essere attenti e fare in modo che questo epilogo non ci sia. Basterà abbassare la pena sotto i cinque anni e le intercettazioni non saranno consentite”.

La norma
La norma in merito al reato “per invasione di terreni o edifici pubblici o privati commessa da più di 50 persone” prevede sanzioni che vanno “da mille a 10mila euro e la reclusione da 3 a 6 anni”. Mentre un’altra questione è quella relativa “all’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati” che potrebbe essere circoscritta come un’occupazione di qualsiasi altro edificio pubblico. Nel caso specifico dei rave indicando come oggetto della norma “i raduni musicali non autorizzati” o legandoli, così come detto da Giorgia Meloni Giorgia Meloni “allo spaccio e uso di droghe”. Per il viceministro Sisto (Forza Italia) “è necessario tipizzare la fattispecie dei rave-party da punire, per evitare che quella appena approvata da norma di garanzia si trasformi in norma di polizia. Non si può ravizzare ogni tipo di raduno o manifestazione”. Si potrebbe invece direzionare il reato “all’eccessivo utilizzo di droghe che crea pericoli concreti per l’ordine e la salute pubblica”.

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