NAPOLI (Anastasia Leonardo) – Caronte, l’anticiclone africano, continua a tenere nella sua morsa l’Italia. E nel fine settimana la colonnina di mercurio ha continuato a salire, raggiungendo picchi di 44 gradi. Lo scenario è decisamente poco rassicurante visto che nel nostro Paese si registrino temperature sopra la media stagionale ormai dal 10 maggio, nonostante alcuni temporali violenti che rinfrescano l’aria per poche ore e creano solo danni.
Certo, quello che sta accadendo, non è improvviso nè inatteso: le temperature roventi dell’estate di Caronte hanno “nomi e cognomi”, ben evidenziati dagli attivisti di Greenpeace. Innanzitutto, lo sfruttamento selvaggio e crescente di fonti fossili come carbone, gas e petrolio (che il nostro governo continua a preferire alle rinnovabili e all’efficienza energetica); la deforestazione in nome del business, per avere sui nostri scaffali carne e merendine; l’agricoltura intensiva, che impoverisce i suoli e usa l’acqua in modo non efficace (ad esempio per coltivare mangime per gli animali rinchiusi negli allevamenti intensivi e non cibo per le persone). Ancora, la mancanza di investimenti per il risparmio idrico, come la riparazione delle reti idriche o la creazione di reti differenziate per risparmiare l’acqua potabile (oggi usata anche per lavare le strade o per i nostri comuni scarichi domestici); il consumo di suolo che getta asfalto al posto di valorizzare la natura e la biodiversità.
E’ proprio in quest’ambito, del resto, che si vedono subito le conseguenze degli scompensi climatici: dalle ciliegie alle pere, dalle albicocche alle angurie, il caldo torrido con temperature oltre i 40 gradi e un vento rovente che sembra uscire da un gigantesco asciugacapelli sta bruciando la frutta sugli alberi con perdite fino al 15%. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti della bolla di calore che sta avvolgendo l’Italia con bolino rosso per 19 città, mentre la siccità assedia i campi. Uno scenario drammatico che coinvolge diverse parti del territorio nazionale da nord a sud con danni alle ciliegie in Puglia ed Emilia Romagna, angurie e meloni e scottati dal caldo in Veneto, pere e albicocche rovinate nel Ferrarese, barbatelle bruciate che perdono le foglie nei vigneti toscani attorno a Firenze, pesche soffocate dalla calura che cadono dai rami prima di riuscire a svilupparsi completamente e giovani ulivi in stress idrico. Dove è possibile in alcune aree del Paese gli agricoltori – precisa la Coldiretti – sono ricorsi alle irrigazioni di soccorso per salvare le coltivazioni più in sofferenza, anche se in alcune zone gli agricoltori si ritrovano sugli alberi la frutta addirittura cotta dal sole e dalla bolla di aria torrida.
Una situazione che fa salire a tre miliardi il conto dei danni provocati nel 2022 all’agricoltura italiana dalla siccità e dall’eccezionale ondata di calore dopo che l’anno scorso a causa di eventi estremi l’Italia aveva già detto addio a 1 frutto su 4 della propria produzione nazionale. E a preoccupare è anche l’ondata di maltempo al Nord Italia con le grandinate che colpiscono i raccolti. Siamo di fronte anche in Italia – sottolinea la Coldiretti – alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione con il rapido e traumatico passaggio dal maltempo al caldo africano con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense.
Il balzo delle temperature oltre i 40 gradi con Caronte che stringe d’assedio città e campagne ha fatto esplodere – sottolinea Coldiretti – i consumi di frutta e verdura sulle tavole degli italiani negli ultimi sette giorni con un aumento medio del +20%. L’ortofrutta – precisa la Coldiretti – è la prima voce di spesa degli italiani per una media di quasi 108 euro al mese, per un quantitativo totale di circa 5,9 milioni di tonnellate lo scorso anno. Frutta e verdura – spiega la Coldiretti – sono alimenti che soddisfano molteplici esigenze del corpo: nutrono, dissetano, reintegrano i sali minerali persi con il sudore, riforniscono di vitamine, mantengono in efficienza l’apparato intestinale con il loro apporto di fibre e si oppongono all’azione dei radicali liberi prodotti nell’organismo dall’esposizione al sole, nel modo più naturale ed appetitoso possibile.