ROMA – Pazienti depressi, attenzione alle aritmie cardiache e in particolare alla fibrillazione atriale.
Lo studio
Ha coinvolto oltre 758 mila individui con depressione e un vasto campione di soggetti sani di controllo, reso noto sull’European Journal of Preventive Cardiology, in occasione della settimana mondiale della fibrillazione atriale (Global AF Aware Week).Lo studio è stato condotto da Morten Fenger-Gr›n, dell’università di Aarhus in Danimarca. Gli esperti hanno considerato un gruppo di individui cui era stato prescritto per la prima volta un antidepressivo ed hanno stimato il loro rischio di fibrillazione atriale un mese prima dell’assunzione degli antidepressivi, un mese dopo fino a un anno dopo.
È emerso che nel mese prima dell’inizio della terapia (in cui si presume che il soggetto fosse già depresso o avesse iniziato a manifestare il disturbo dell’umore) il rischio di fibrillazione atriale è di oltre sette volte maggiore rispetto al rischio di coetanei sani. Subito dopo l’inizio del trattamento con antidepressivi il rischio di fibrillazione è circa triplo per i depressi rispetto a coetanei sani. E poi va via via scemando nel corso del tempo, segno che, probabilmente, trattare la depressione in qualche modo allevia il rischio di aritmia di questi pazienti.
Cos’è l’aritmia cardiaca
L’aritmia cardiaca è un disturbo del ritmo cardiaco o della frequenza cardiaca (cioè del numero dei battiti al minuto). Il cuore può battere troppo velocemente (si parla di tachicardia se la frequenza supera i 100 battiti al minuto) o troppo lentamente (brachicardia, se la frequenza è inferiore ai 60 battiti al minuto). O con un ritmo completamente irregolare (ad es. fibrillazione atriale).
Stop dei segnali elettrici
Si produce aritmia quando si ha un ritardo o un blocco dei segnali elettrici che controllano il battito cardiaco. Ciò accade quando le speciali cellule nervose che producono i segnali elettrici non lavorano correttamente. O se il segnale non viaggia in modo normale attraverso il cuore. Un’aritmia può verificarsi anche in seguito alla produzione di un segnale elettrico all’interno del cuore, che si aggiunge al segnale prodotto dalle cellule nervose deputate.
Cause e fattori di rischio
Tra i fattori di rischio più ricorrenti di un’aritmia: fumo, abuso di alcol, uso di droghe (es. cocaina e amfetamine). E poi effetti collaterali legati all’uso di alcuni farmaci, disturbi digestivi, BPCO. Tra le altre cause: un forte stress emozionale o la collera. Questa è in grado di indurre un’accelerazione del battito cardiaco, un incremento dei valori pressori o il rilascio di particolari ormoni dello stress. Un infarto cardiaco o condizioni mediche pregresse (ipertensione, patologie coronariche, disfunzioni tiroidee che portano all’iperproduzione o all’ipoproduzione di ormone tiroideo, patologie reumatiche del cuore). In alcune forme di aritmia (es. la sindrome di WPW) possono essere convolti fattori di malfunzionamento cardiaco di tipo congenito, quindi presenti dalla nascita.