Roma – Il ‘subcomandante’ del Movimento 5 Stelle, Alessandro Di Battista, è pronto a tornare in Italia, al termine del suo viaggio sabbatico. E già viene attaccato. Il bersaglio è la gestione della sua azienda di famiglia, proprio come è accaduto con Luigi di Maio, che rispetto a Di Battista deve vedersela con la difficile arte del governo. Stavolta non vengono denunciati fabbricati abusivi o lavoro in nero, ma una serie di mancati pagamenti.
Secondo quanto scrive ‘Il Giornale’, l’azienda dei Di Battista (Alessandro è socio di maggioranza con il padre Vittorio) avrebbe debiti per oltre 400mila euro verso lavoratori, fornitori, Inps e banche. Nel dettaglio, la ‘Di.Bi. Tec Srl’, che produce accessori tecnologici per il bagno, deve 53mila euro a operai, 151mila ad istituti di credito, 135mila ai fornitori e 60mila al fisco.
Di Battista ribalta la denuncia del quotidiano della famiglia Berlusconi
Si dice pronto a tornare davanti ad Arcore, sventolando carte in cui l’ex premier ritrattava le accuse contro di lui. La ‘Di.Bi’ mostrerebbe una realtà diffusa, quella delle aziende che fanno fatica ad andare avanti. “Udite udite – scrive l’ex deputato su Facebook – tramite una visura camerale, cioé una roba pubblica, si scopre che la piccola azienda di famiglia (3 dipendenti tra cui mia sorella) ha difficoltà“.
Al ‘Giornale’ viene suggerito di fare altre visure “per scoprire la situazione delle piccole imprese italiane”, perché “sì, la nostra azienda va avanti, con enormi difficoltà” e il padre Vittorio “ad oltre 70 anni lavora come un matto”, affrontando un “carico fiscale enorme” con “difficoltà a pagare puntualmente i 3 dipendenti”, tra cui c’è appunto anche la sorella.
Di Battista, di rientro dal Sudamerica con la famiglia, potrebbe passare parte delle vacanze di Natale assieme a Di Maio, per fare il punto prima della lunga campagna che si chiuderà con le elezioni europee del maggio 2019.
Sul blog delle stelle, il vicepremier lancia addirittura l’immagine dei fratelli Wright, che con tanta passione arrivarono a costruire il primo aereo per spiccare il volo, nel 1903.
Più prosaicamente, i pentastellati dovranno fare i conti con consensi in calo e con episodi – poco chiari ma preoccupanti – come l’aggressione alla deputata pentastellata Mara Lapia, in Sardegna. La strada del rilancio è obbligatoria e passerà per il reddito di cittadinanza, misura bandiera che secondo alcuni partirà il prossimo 1 aprile. (LaPresse)