Di Lauro non risponde alle domande e chiede: “Perché mi ritenete pericoloso?”

Tra ieri e oggi due interrogatori nel carcere di Secondigliano. In entrambi i casi si è avvalso della facoltà di restare in silenzio. Una sola dichiarazione spontanea: "Non sono mai stato all'estero, volevo stare a casa mia"

NAPOLI – “Io voglio stare tranquillo, perché mi ritenete pericoloso?” E’ quello che un confuso e frastornato Marco Di Lauro ha chiesto ieri mattina al gip del tribunale di Napoli Pietro Carola davanti al quale ha sostenuto l’interrogatorio di garanzia perché accusato di associazione a delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di stupefacenti. Un’ordinanza di custodia cautelare che risale al 2015.

Ha scelto il silenzio

Assistito dai suoi legali di fiducia, gli avvocati Gennaro e Luigi Pecoraro, il figlio del boss Paolo, meglio conosciuto come Ciruzzo ’o milionario, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ha rilasciato una sola dichiarazione spontanea in cui ha spiegato “di non essere mai stato all’estero”. Il 38enne era stato arrestato sabato scorso al termine di un blitz al quale avevano partecipato polizia, carabinieri e guardia di finanza: portato negli uffici della Questura di Napoli gli era stato notificato un definitivo pena per associazione a delinquere di stampo mafioso con condanna ad 11 anni e mezzo di reclusione. In merito alla contestazione di essere il mandante dell’agguato avvenuto nel 2007 al parco acquatico di Licola ‘Magic World’ in cui morì Nunzio Cangiano, Marco Di Lauro ha rimediato l’assoluzione.

Anche oggi scena muta

Oggi, invece, il rampollo del clan Di Lauro è stato sottoposto ad un nuovo interrogatorio di garanzia (gip Marco Carbone) per un’altra ordinanza per droga datata 2011. Anche in questo caso, F4 si è avvalso della possibilità di non rispondere. Nel suo primo confronto con la giustizia, tuttavia, l’uomo è apparso visibilmente confuso, come se quella ‘normale latitanza’ durata 14 anni gli abbia fatto perdere il contatto con la realtà, quella vera.

Le dichiarazioni spontanee

“Perché dite che sono pericoloso – ha detto in una stanza colloqui del carcere di Secondigliano – io voglio solo stare tranquillo”. Toni pacati per una persona stranita, come se non si fosse ancora reso conto di essere stato arrestato e di dover affrontare un lungo, lunghissimo conto con quello Stato che tre giorni prima ha messo la parola fine al suo status di ‘primula rossa’. “Io stavo a casa mia, non sono mai andato fuori, all’estero” ha ribadito Di Lauro jr, indicato come ‘F4’, un codice identificativo che sta per quarto figlio. Il quarto di una nidiata di figli tutti maschi. Camorra vecchio stampo, che ha indicato nel figlio più grande ancora in libertà come il depositario del potere del clan. Il capo, in sostanza, che ad oggi risulta essere suo fratello Vincenzo.

E’ stranito, sembra aver perso contatti con la realtà

Tutte le parole di Marco Di Lauro ovviamente non sono state messe a verbale perché la strategia difensiva ha visto prevalere la scelta della facoltà di non rispondere. Anche questo aspetto, comunque, l’ha visto un po’ turbato: “Perché mi dovete registrare? Io voglio solo stare tranquillo”. Sarà poco dopo la Penitenziaria a farlo ‘ritornare’ alla realtà accompagnandolo in cella. Preso il secondo latitante più pericoloso d’Italia, le attenzioni di forze dell’ordine e Dda si concentrano sulla possibilità di scovare i proventi illeciti accumulati in anni di gestione del malaffare nella zona nord di Napoli ed eventualmente investiti in attività commerciali che ad oggi risultano pulite.

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