“Dibba” c’è: “Non è facile essere populista” e prepara il futuro del Movimento

L'ex parlamentare pentastellato, rinuncia all'assegno di fine mandato. Ogni promessa è debito, ed anche se non è più in Parlamento, la parola va mantenuta

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse
Di Dario Borriello

ROMA (LaPresse) – Non si vede, ma ‘Dibba‘ c’è. Anche dal suo viaggio di lavoro negli Stati Uniti, il ‘pasionario’ del Movimento 5 Stelle non lascia soli i suoi ‘aficionados’. Con aggiornamenti quasi quotidiani sia sui chilometri percorsi, sia sulle opinioni che la libertà di movimento (e non ‘dal’ Movimento) gli concede di esprimere. È Facebook il canale preferito, al momento, dall’ex deputato M5S, che pubblica post in cui racconta la sua esperienza e fornisce pillole sull’attualità politica.

Nell’ultimo video, ad esempio, lascia la scena alla compagna che, mentre allatta il loro figlioletto Andrea, controlla le mail e il conto corrente.

Alessandro Di Battista si ritaglia il ruolo di voce fuori campo, ma con punture di spillo determinanti e tempi mediatici invidiabili. Sahra, cosa è arrivato in posta?”, chiede con voce sottile e sorridente. “L’assegno di fine mandato”, risponde la fidanzata con tono complice. Lo scambio carica di aspettative l’annuncio, perché ‘Dibba’ fa sapere a tutti di rinunciare a un assegno da 43.726 euro. Assegno che finirà dritto dritto nell’ormai famigerato fondo per il microcredito, quello riservato al supporto per le piccole e medie imprese. La cifra è scandita con lentezza e determinazione, dal pentastellato: “Quarantatremila-settecento”“E 26 euro”, interrompe Sahra per completare la frase.

Il ‘capitan futuro’ del Cinquestelle spiega che si tratta di una promessa in campagna elettorale

Quindi è un “debito” da saldare con gli elettori, anche se lui in Parlamento non ci è voluto tornare a questo giro. Ma è un altro il messaggio che cerca di far passare, senza nemmeno usare giri di parole o maquillage semantici. Di Battista vuole mantenere viva e ardente la fiamma del “populismo”, e lo dice apertamente. Con tanto di commento che ogni persona al mondo potrebbe fare, davanti alla scelta di rinunciare a una somma così: “Non è mica semplice essere un populista…”.

Soprattutto ora che tutti i suoi compagni di viaggio (non solo Di Maio) hanno indossato l’abito istituzionale, lasciando jeans e magliette nell’armadio dei ricordi, ‘Dibba’ ha campo libero per scaldare gli entusiasmi dell’anima ‘grillina’ del Movimento. Quella che è felice di avere finalmente messo piede al governo del Paese, però non si sente pienamente realizzata, a causa della presenza di un’altra forza politica nella squadra. Oddio, la Lega non è certamente il Pd (il ‘diavolo’, al pari di Berlusconi, per gli attivisti), ma è pur sempre un partito. Il ‘pasionario’ questo sentimento lo capisce, lo assorbe e lo cavalca. Non c’è, ma si vede e si sente: ‘Dibba’ lavora già per il domani del Movimento. Gli basta solo una chiamata.

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