Disastro a Ischia. I condoni autorizzati da Conte, Fi e Lega e il dissesto ignorato

NAPOLI – Mentre il fango di Ischia restituisce corpi di uomini, donne, bambini, la politica è impegnata in una nenia surreale e insopportabile. Dietro i messaggi di cordoglio di facciata ci sono interessi particolari, polemiche inutili, dichiarazioni a mero scopo elettorale in un momento in cui chiunque sia stato al governo dovrebbe avere il buonsenso di tacere. Il teatrino del rimpallo di responsabilità, che segue come inquietante secondo atto qualsiasi tragedia italiana, è in corso da ore.

Il tema centrale, per i politici dell’intero arco parlamentare, è la presenza delle abitazioni abusive a Casamicciola. Quando la domanda che prima di aprire bocca ministri, parlamentari e rappresentanti istituzionali territoriali dovrebbero porsi è soltanto una: cosa ho fatto per prevenire il dissesto idrogeologico in una zona che tutti sanno essere a rischio? La risposta sarebbe: “Nulla”. Per tutti. E allora meglio, secondo loro, parlar d’altro e far finta di struggersi, scaricando le colpe. Giuseppe Conte durante il suo primo governo (sostenuto dalla Lega di Matteo Salvini) ha varato il decreto Genova che, oltre a dare il primo scossone alla compattezza del Movimento 5 Stelle, ha anche aperto la strada ai condoni delle case abusive a Ischia. A spingere per quella sanatoria anche Silvio Berlusconi e Forza Italia (che ha governato a corrente alternata per 20 anni senza risolvere granché i problemi ambientali). Il testo è chiaro: nel provvedimento consente il condono per le case terremotate nel 2017 e anche delle altre, una volta ottenuto il parere dell’autorità paesaggistica. Per il resto il suo esecutivo ha varato il Proteggi Italia, “11,5 miliardi e abbiamo reso soggetti attuatori i presidenti delle Regioni”, ha detto Conte. Non c’è n’è traccia concreta sui territori. Ad avventarsi come un falco a ricordare quella procedura di ‘semplificazione’ dei condoni è stato Matteo Renzi, che a sua volta è stato l’inquilino di Palazzo Chigi per due anni e mezzo, senza lasciare traccia nella lotta al dissesto idrogeologico, mentre a Ischia in quegli anni il tema principale era la metanizzazione. Sarebbe meglio tacere e invece pur di battibeccare a fini elettorali, nessuno dei politici appena citati si risparmia dal dar fiato alle trombe.

A dar ragione all’ex sindaco di Firenze sono subito pronti il leader di Azione Carlo Calenda e persino il neosenatore dem Carlo Cottarelli, che dimentica che dopo il Conte-1, il suo partito è stato azionista di maggioranza per anni senza muovere un dito per la prevenzione di frane e alluvioni. C’è chi, come il consigliere regionale Severino Nappi, oggi si commuove per le vittime quando in campagna elettorale si è battuto come un leone per i condoni edilizi a Ischia e in Campania citandoli come “necessità in cima all’agenda di governo”. Oggi dice: “Sin d’ora chiediamo che vengano stanziati fondi per cittadini e imprese e soprattutto che venga adottato un intervento organico che ponga rimedio ai problemi di dissesto idrogeologico della nostra isola più grande e strategica”. Ecco, forse era più urgente quest’ultimo intervento rispetto al tanto bramato “condono edilizio per 150mila case”. Con i morti di Ischia ancora non tutti recuperati c’è addirittura chi, come l’assessore del Friuli Venezia Giulia alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti, sente la necessità di rivendicare un ruolo più importante per le Province. Calcolo politico, brame di potere, orticelli da coltivare. Mentre la gente muore, ancora e ancora. Le dichiarazioni di politici dalle Alpi alla Sicilia non si contano. E non ce n’è una in cui si ammette che contro il dissesto idrogeologico bisognava investire e fare, senza limitarsi a convegni e buone intenzioni. Nessuno che dica che questa ennesima tragedia poteva essere evitata, nessuno che chieda scusa per non aver agito quando ne ha avuto l’onere e l’onore. Todos caballeros. Ancora una volta.

Stato di emergenza e subito due milioni

Due milioni di euro per l’emergenza, Simonetta Calcaterra commissario per la Protezione civile a Ischia e una serie di impegni per il futuro. Queste le decisioni prese dal Consiglio dei Ministri, presieduto da Giorgia Meloni (foto Lp), che si è riunito in via straordinaria ieri mattina per mettere in campo le prime misure dopo il disastro di Casamicciola. “E’ stato disposto un primo stanziamento di 2 milioni di euro cui seguiranno altri stanziamenti non appena avremo una ricognizione dei danni e delle esigenze immediate. Diverso il ragionamento sul piano di ricostruzione che riguarderà strutture pubbliche e private”. Così il ministro per il Mare, Sebastiano Musumeci dopo la seduta. E’ stato dichiarato lo stato di emergenza che sarà in vigore per un anno sull’isola verde. “L’ordinanza di Protezione civile, che seguirà alla dichiarazione dello stato di emergenza, conterrà anche la proroga degli adempimenti fiscali e contributivi fino a dicembre 2022, per i residenti a Ischia e per gli operatori economici dell’isola, mentre la proroga per il 2023 sarà disposta con norma di legge. Verrà anche prorogata la funzionalità della sezione distaccata di Ischia del Tribunale”, si legge nella nota del Consiglio dei ministri. Il governo si è impegnato a varare in tempi brevi un piano contro il cambiamento climatico per provare ad affrontare con atti concreti, e sarebbe ora, il dissesto idrogeologico, fenomeno devastante per l’Italia intera.

“Con il Consiglio dei Ministri di questa mattina il Governo ha dato risposta immediata per Ischia dichiarando lo stato di emergenza e disponendo un primo stanziamento di 2 milioni di euro. Alla popolazione rinnovo vicinanza ed esprimo gratitudine nei confronti di coloro che sono impegnati nei soccorsi”, ha commentato Meloni. Sul terreno del disastro, invece, c’è stato un summit al Comune di Casamicciola tra il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, e Giovanni Legnini, commissario straordinario per la ricostruzione post sisma e il governatore Vincenzo De Luca, che ha preso posizione pro abbattimenti. E’ in sella dal 2015, però. E fino a ieri, insieme a Legnini, a Ischia le cose sono andate diversamente.

La Caritas in campo, tutti in azione per salvare vite

In ore drammatiche, commuove l’impegno delle associazioni, di semplici cittadini, dei soccorritori, che stanno provando a salvare vite, a dare una mano a chi non ha più nulla. Tra questi la Caritas. Su indicazione del direttore nazionale don Marco Pagniello, in sinergia con la Caritas Diocesana di Ischia, sono stati messi a disposizione come primi presidi di accoglienza per le famiglie di Casamicciola colpite dal maltempo, il Centro Papa Francesco di via Morgioni a Ischia e la Cittadella della Carità a Monterone a Forio.
“Affianchiamo la nostra voce a quella delle autorità civili nel ribadire a tutti i fratelli ischitani di seguire scrupolosamente le indicazioni di emergenza e rimanere nelle proprie abitazioni uscendo solo per estrema necessità.
La nostra delegazione regionale rappresentata da don Carmine Schiavone e Raffaele Cerciello è già sull’isola per coordinare le operazioni di assistenza e soccorso e supportare la comunicazione tra la delegazione stessa e il contesto nazionale”, hanno fatto sapere dalla Caritas. Tantissime le associazioni, le categorie professionali, le forze dell’ordine, che stanno dando un contributo. Tutti insieme per salvare l’isola dimenticata colpita al cuore.

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