Doping, caso Schwazer: il Tribunale di Losanna respinge il ricorso sulla squalifica

I giudici elvetici hanno respinto il ricorso presentato in seguito all'emergere dell'ipotesi di una possibile manipolazione delle urine utilizzate per il controllo

Foto Claudia Fornari/LaPresse

MILANO – Il Tribunale federale di Losanna infligge un duro colpo al sogno olimpico di Alex Schwazer. Doccia gelata per il marciatore che chiedeva la sospensione della squalifica inflittagli per doping. I giudici elvetici hanno respinto il ricorso presentato in seguito all’emergere dell’ipotesi di una possibile manipolazione delle urine utilizzate per il controllo. Un’ipotesi che il gip di Bolzano, Walter Pelino, aveva considerato plausibile. Ma il Tribunale della Confederazione elvetica non ha concesso la misura cautelare richiesta perché “non risulterebbe con estrema verosimiglianza fondata e cioè che non risulterebbe con assoluta certezza la relativa prova”. La sospensione avrebbe permesso all’altoatesino di tentare la partecipazione a Tokyo 2020.

La decisione del Tribunale di Losanna

Tuttavia la delusione odierna non fermerà la battaglia dell’atleta, che nel frattempo continua ad allenarsi con l’obiettivo di tornare a gareggiare. “Sulla base di questa valutazione – hanno comunicato i legali – Schwazer coltiverà il procedimento in oggetto nella convinzione di poter fornire ulteriori elementi di prova a supporto del invocato provvedimento e del accertamento della manipolazione della sua prova prelevata il 1° gennaio 2016″. In quel controllo a sorpresa della Iaaf, Schwazer risultò positivo. E il 10 agosto 2016 il Tas squalificò il campione di Pechino 2008 per otto anni, fino al 2024, considerata la seconda violazione delle norme antidoping. Prima dei Giochi di Londra 2012, l’altoatesino fu trovato positivo all’epo. Ma la seconda positività non è mai stata accettata dall’azzurro, che ha sempre respinto tutte le accuse e avviato una battaglia che dura ancora oggi.

La squalifica di Schwazer per doping

E un’altra pagina della tormentata vicenda è stata scritta oggi a Bolzano, dove la Corte d’Appello ha assolto il dottor Giuseppe Fischetto e il dottor Pierluigi Fiorella dall’accusa di favoreggiamento. I giudici di secondo grado hanno ribaltato il verdetto emesso dai colleghi del primo, che avevano invece condannato i due medici, nel gennaio 2018, a due anni di reclusione. Fischetto e Fiorella erano impegnati, all’epoca dei fatti contestati, nella struttura sanitaria Fidal, rispettivamente come medico federale e come medico delle squadre nazionali. Assolta, come da richiesta della pubblica accusa, anche l’ex responsabile dell’area tecnica Fidal, Rita Bottiglieri, condannata in primo grado a nove mesi. Per l’accusa, avrebbero saputo del primo caso di doping di Schwazer senza denunciarlo. Per loro, la fine di un incubo di sei anni.

(LaPresse)

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