CASERTA – Con l’estate che si avvia alla sua conclusione, il Coordinamento unitario per la difesa del patrimonio bufalino ha ripreso la sua battaglia per la tutela degli allevamenti e per contrastare il piano di eradicazione di brucellosi e tubercolosi varato dalla Regione, guidata dal governatore Vincenzo De Luca. E mentre il Coordinamento cerca di far (ri)sentire la sua voce nelle sedi decisionali (sperando che, a questo giro, le richieste vengano accolte), nelle aziende agricole persiste un pericoloso clima di tensione. Un clima che si genera quando gli ispettori dell’Asl effettuano delle visite al loro interno per effettuare i test tesi a tracciare la presenza di possibili focolai. Proprio come è accaduto nelle scorse ore nell’azienda Auriemma, a Pignataro Maggiore, dove i veterinari dell’Asl dovevano effettuare un controllo. Il proprietario non era presente e uno dei dipendenti avrebbe opposto resistenza agli ispettori. La situazione è degenerata, richiamando l’intervento dei carabinieri della locale stazione che hanno ripristinato la calma.
Questo non è stato il primo caso di tensione tra gli allevatori e gli ispettori. Un episodio simile, ma con esiti più violenti, risale a maggio dell’anno scorso in un’azienda a Cancello Arnone, dove un dirigente della task force è stato coinvolto in uno scontro fisico con un allevatore.
Il dirigente dell’Asl aveva iniziato a fare delle foto alle stalle e alle strutture connesse. Il suo atteggiamento innescò una discussione con l’allevatore che chiedeva il perché degli scatti. E l’alterco degenerò in spintoni e schiaffi.
A luglio dello stesso anno, un altro scontro simile si verificò a Castelvolturno, con i veterinari che erano entrati in azienda per un controllo. E dopo poco la visita lasciò spazio ad un’aggressione.
Questa situazione ha dimostrato di poter sfociare frequentemente in episodi violenti. Da un lato ci sono gli allevatori, che si sentono vessati e non adeguatamente tutelati da un piano che, anziché eradicare tubercolosi e brucellosi, inasprisce i focolai e genera una mattanza di bufale senza senso, e dall’altro i veterinari che eseguono direttive superiori.
Scontri nelle aziende a parte, va data notizia pure di un altro episodio che di certo non alleggerisce la tensione
Nella notte tra ieri e martedì, una delle vetture utilizzate dagli ispettori dell’Asl è stata incendiata. La macchina, una Renault Clio, in uso al distretto Caleno veterinario, era parcheggiata fuori dal Dipartimento di Prevenzione di Santa Maria Capua Vetere, in via Mazzocchi. Sul posto sono intervenuti i caschi rossi che hanno messo in sicurezza l’area e spento le fiamme. Si hanno pochi dubbi sulla natura dell’incendio: dolosa. Considerazione che ha inevitabilmente sollevato preoccupazioni sulla sicurezza del servizio veterinario e delle sue attività nelle aziende agricole. Non si esclude che possa essere un atto intimidatorio proprio nei confronti degli ispettori che in questi mesi stanno eseguendo i controlli nelle varie aziende agricole casertane. Ad indagare è la polizia di Stato.
Il direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Caserta, Giancarlo Ricciardelli, ha così commentato l’incidente: “Aspettiamo dati certi e risultati delle indagini”.
Mentre procede l’attività investigativa e si susseguono queste tensioni pericolose, il Coordinamento unitario in difesa del patrimonio bufalino ha convocato un’assemblea per venerdì sera, primo settembre, presso la sede dell’associazione anticamorra Nco di Casal di Principe.
All’ordine del giorno dell’assemblea ci saranno informazioni per gli allevatori riguardo allo stato della vertenza e proposte organizzative per l’apertura di una nuova fase di mobilitazione. Il Coordinamento ricorda che questa mobilitazione “si concluderà solo quando ci sarà un nuovo Piano condiviso ed efficace e quando si porrà fine all’irresponsabile massacro imposto dal presidente della Regione, Vincenzo De Luca, assicurando che chi ha gestito il fallimento non possa nuocere ulteriormente”.
Il Coordinamento si è riunito anche già ieri sera per formalizzare la nuova forma organizzativa e il progetto di iniziative. Ora riparte dalle conclusioni del Forum per il Piano partecipato tenuto a Casal di Principe tra il 30 giugno e il primo luglio. Dopo aver sviluppato questo progetto e rafforzato la sua organizzazione in questi due mesi, ora chiama gli allevatori a sviluppare il nuovo percorso, su cui ha intanto sviluppato il confronto nelle sedi tecniche e con la politica.
La protesta non si ferma: “A Casa chi ha fallito”
CASERTA (Sergio Olmo) – “A casa chi ha fallito”. È con questo slogan che ieri il Coordinamento unitario in difesa del patrimonio Bufalino ha annunciato la ripresa della mobilitazione contro le politiche degli abbattimenti delle bufale casertane per sospetta brucellosi. Un settembre di svolta, sottolineano gli allevatori, che a due anni dalla fondazione del movimento, si sono dati appuntamento per domani sera alla Nco, la Nuova Cucina Organizzata di Casal di Principe. Un’assemblea organizzativa, in altri termini, che dovrà tracciare la nuova fase di mobilitazione, “mentre – si legge in una nota del Coordinamento – crolla tutto l’impianto voluto dal presidente Vincenzo De Luca in prosecuzione e in continuità con gli indirizzi voluti dal sistema di potere che si è arricchito sulla crisi in cui è precipitata Terra di Lavoro, anche per effetto delle iniziative dirette volute dalla task force che di fatto ha alimentato la diffusione e la radicalizzazione delle zoonosi, fonte di lucro per il sistema secondo la logica che il mantenimento della brucellosi e della tubercolosi garantiscono il business miliardario (delle carni bufaline, ndr) cresciuto in questi ultimi decenni”.
Nel mirino degli allevatori c’è l’ostinazione del governatore campano di non cambiare la strategia portata alla provocazione con la nomina del commissario Luigi Cortellessa e la diserzione piccata dal Tavolo ministeriale organizzato dal sottosegretario alla salute Marcello Gemmato. Sullo sfondo, un orizzonte che sembrerebbe avvicinarsi sempre di più col passare delle settimane, l’ipotesi (e la speranza) della dichiarazione da parte del Governo Meloni, dello stato di emergenza e la nomina di un commissario straordinario che riscriva ed attui un nuovo, condiviso e più efficace Piano per l’eradicazione e la prevenzione delle infezioni bufaline. Un dovere, sostengono gli allevatori in protesta, visto che in otto anni la stessa emergenza sembrerebbe non solo perdurare ma addirittura peggiorare con grave e irreparabile danno agli allevatori casertani. Un auspicio sul quale ha puntato anche, dal suo blog, il leader del sindacato degli allevatori bufalini Siaab, Gianpiero Martone che ha sollecitato il deputato meloniano Marco Cerreto a concentrarsi un po’ di più sulla mattanza bufalina, questione talmente sospetta e devastante che già da sola potrebbe tornare utile per dare la spallata definitiva al governatore campano.
Ma tra le preoccupazioni di Martone c’è anche quella che intravede come una sorta di sudditanza di qualche politico di centrodestra alla Coldiretti (nazionale in primis) notoriamente vicina (in Campania) alle posizioni di De Luca. Un sospetto avvalorato dalla partecipazione della neo Premier Giorgia Meloni e del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida alla prima convention nazionale di Coldiretti, organizzata nei giorni successivi alla ascesa di Fratelli d’Italia a Palazzo Chigi. Ma a Martone i conti non tornano anche su un altro fronte: quello della mancata trasmissione al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella della petizione organizzata a maggio 2022 dal Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino, sottoscritta, oltre che da tantissimi allevatori e cittadini, anche da numerosi sindaci del territorio e persino dal vescovo di Caserta, monsignor Pietro Lagnese. Un documento rimasto inspiegabilmente nei cassetti del Coordinamento per oltre un anno nonostante avrebbe potuto rivelarsi utile, se non decisivo, al conseguimento del commissariamento della sanità animale campana. Un mistero irrisolto e certamente non spiegabile dal cambio di governo dell’autunno scorso, un documento ancora atteso dal sindaco di Casal di Principe Renato Natale, chiamato a trasmetterlo ufficialmente al Quirinale, che a più riprese ha mostrato non poco stupore per la mancata ricezione da parte del Coordinamento. Intanto a Napoli tutto è pronto per il Bufala Fest del 6 settembre prossimo che sarà presentato ufficialmente dagli organizzatori lunedì prossimo sulla MSC World Europa la nave ammiraglia della MSC Crociere alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura Nicola Caputo. Un evento tanto atteso quanto, tuttavia, contestato. A farsi portavoce del malumore degli allevatori bufalini casertani ci ha pensato intanto la consigliera regionale campana del Gruppo Misto Maria Muscarà. “Di fronte alle devastanti politiche degli abbattimenti bufalini per sospetta brucellosi nel Casertano, all’ingiustificata mattanza di decine e decine di migliaia di capi sani, alla chiusura di centinaia di aziende – ha affermato ieri -, faccio davvero fatica a capire cosa ci sia da festeggiare. Insieme ad un intervento determinato del governo di centrodestra mi sarei infatti aspettata di vedere finalmente atti concreti rispetto a ben otto anni di assoluto immobilismo di De Luca”. “Invece – aggiunge -, nulla da Roma, men che meno da Napoli dove, oltre al danno la beffa, a proporsi come grandi cerimonieri saranno proprio i principali responsabili del dramma degli abbattimenti”.