Meloni nella polveriera Parco Verde a Caivano

Meloni nella polveriera parco Verde
Meloni nella polveriera parco Verde

CAIVANO – Un grido di disperazione si leva da Caivano, dove la madre di una delle vittime dello stupro di gruppo si è rivolta direttamente al presidente del Consiglio Giorgia Meloni per ottenere aiuto e protezione per la sua famiglia. La vicenda che ha scosso la comunità locale riguarda la terribile aggressione sessuale subita dalle due cuginette di 11 e 12 anni nel Parco Verde, e le minacce che ora circondano la famiglia, spingono la madre a cercare un sostegno diretto dalla massima autorità politica dello Stato. L’avvocato Angelo Pisani, che assiste la famiglia della 12enne, ha reso pubblico lo sfogo della madre della giovane vittima. “Stiamo subendo minacce dal quartiere, hanno anche derubato mio figlio, quello che ha denunciato gli orrori, non mi sento al sicuro: ho bisogno di parlare con la presidente Meloni, voglio parlare con lei. Domani venga nella scuola frequentata da mia figlia e da mia nipote”, ha dichiarato ieri la donna. Oggi, infatti, al Parco Verde arriva lo Stato: per le 10 è prevista la visita del presidente Meloni, che alle 12 sarà all’istituto superiore Francesco Morano. Tensione alle stelle e quartiere blindato dopo le minacce social ricevute dalla premier, destinataria di messaggi intimidatori dagli utenti del web in vista della sua visita a Caivano. Negli stessi istanti, infatti, a Napoli si terrà una manifestazione contro la stretta del Reddito di cittadinanza. “Io ti consiglierei: stai a casa – le ha scritto una donna di Caserta – Stanno comm e’ pazz’, e’ rimast’ 160mila famiglie senza Rdc, senza spesa. Sei sicura che tornerai a casa?”. Fa eco il profilo di un laboratorio artigianale napoletano: “Qualche ammaccatura, così capisce i guai che ha fatto”.

Tornando all’appello della madre di una delle vittime, la donna ha inoltre dichiarato che il figlio ha subito il furto dello scooter, vicenda che alimenta le preoccupazioni della famiglia per la propria sicurezza. Intanto sul fronte delle indagini sull’orrore avvenuto, secondo gli inquirenti, nel centro sportivo Delphinia, abbandonato da tempo, prendono il via le analisi dei cellulari sequestrati dai carabinieri. 

Palazzo Santa Lucia:

“Riqualificheremo

il centro delphinia”

Il caso anima la politica regionale. Ieri si è svolta a Palazzo Santa Lucia la riunione convocata dal Presidente De Luca per affrontare i problemi concreti emersi dalle vicende drammatiche del Parco Verde e per mettere in piedi un programma di interventi per il Comune e il territorio. Hanno partecipato alla riunione il viceprefetto di Napoli Stefania Rodà, il parroco Maurizio Patriciello, i dirigenti scolastici, per il Comune di Caivano il sub commissario prefettizio, l’Osservatorio degli psicologi, l’assessore all’Istruzione e Politiche Sociali Lucia Fortini, l’assessore alla Sicurezza e Legalità Mario Morcone, i consiglieri regionali Loredana Raia, Bruna Fiola, Paola Raia, Carmine Mocerino, per valutare tutti gli aspetti della situazione.
Sono stati innanzitutto approfonditi temi relativi al problema prioritario: quello della sicurezza sul territorio, imprescindibile per sviluppare qualsivoglia progetto. E poi le questioni relative al mondo della scuola, ai servizi sociali, ai programmi di riqualificazione urbana.
In merito alla condizione del centro sportivo vandalizzato e abbandonato, luogo della violenza di questi giorni, la Regione ha comunicato la propria disponibilità ad eseguire i lavori di ristrutturazione e ad assicurare anche la gestione diretta delle attività sportive e culturali che possono essere sviluppate nella struttura, al servizio in primo luogo dei ragazzi del Parco Verde.
Si lavorerà sui temi del lavoro, costituendo uno sportello ad hoc per i rapporti con le imprese, sulla formazione professionale e proseguirà l’impegnò nell’ambito del programma “Scuola Viva” per il quale i dirigenti scolastici presenti hanno espresso un grande apprezzamento per le attività formative e le possibilità di incontro con le famiglie che il programma consente con l’apertura anche pomeridiana delle scuole. Si definirà nel corso dei prossimi giorni l’impegno per la presenza degli psicologi, per la non riduzione degli istituti scolastici e la tutela, in particolare, di un istituto collocato nel Parco Verde.

L’infanzia negata

dietro gli stupri

Già, perché al Parco Verde i problemi hanno radici profonde. Un’infanzia negata è un’infanzia che non esiste. L’infanzia con i tacchi a spillo, il rossetto attraente sulle labbra, la minigonna attillata, il cellulare da mille euro tra le mani, le sopracciglia finte, e l’auto potente guidata anche senza patente. Poi, se si aggiunge la condivisione di foto e video sui social dove chiunque può accedere, allora il mix diventa terribile. Le zone dove sono sorti interi quartieri dormitorio, come il Parco Verde e i rioni Iacp,  tirati su con la legge 219/81, (legge post terremoto), sono diventate i luoghi preferiti dalla camorra per far crescere le sue leve, tenendo a debita distanza lo Stato con il voto di scambio, e facendo in modo che quei luoghi diventassero degradati a tal punto da trasformarsi in patria delle illegalità diffuse, e dell’uccisione e la distorsione totale dei valori. Intere famiglie che sarebbero capaci di tutto senza nemmeno chiedersi da dove arrivano tutti quei soldi in mano ad un figlio che li lancia sulla tavola come fossero bruscolini. E sullo sfondo di questa ennesima e brutta vicenda, lo stupro di gruppo delle due cuginette, si staglia l’ipotesi che uno dei tanti indotti economici del Parco Verde e del Rione Iacp sia la prostituzione. 

Tralasciando l’indagine in atto, uno dei tanti nodi da sciogliere di questi quartieri (stesso discorso per le Salicelle di Afragola), è che ci sia da sempre stato un giro di prostituzione a vari livelli guidati dai rampolli dei clan, che grazie ai social sono diventati delle vere e proprie icone da emulare. Ma tutti devono stare zitti. Nessuno può permettersi di parlare. L’ennesimo caso che ha travolto la città di Caivano ha trovato il coraggio della denuncia. L’omicidio di Fortuna Loffredo, non solo non abbia insegnato nulla a nessuno, ma ha fatto emergere anche l’ipocrisia di chi conosce bene quei quartieri, ovvero i politici, che sono venuti tante volte al Parco Verde per le passerelle, ma che non hanno mai fatto nulla. Il provvedimento emesso dal tribunale per i Minorenni che ha allontanato le due ragazzine dalle proprie famiglie, racconta come lo stile di vita delle due adolescenti non fosse consono alla loro età e soprattutto all’ambiente dove vivevano. Ecco, gli stili di vita. Messa da parte l’indagine in questione, come potrebbe definirsi lo stile di vita in un quartiere dove la politica stessa non pretende la riscossione dei canoni di locazione? Per non parlare di come avvengono le assegnazioni immobiliari abusive e illegali dietro compenso lasciato nelle mani di chi ne gestisce il mercato. Ora, i cittadini del rione Parco Verde vogliono marcare la distanza da quelli che abitano nel rione Iacp. Dimenticando, però, che il degrado consuma entrambi i rioni nel silenzio. 

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