Edilizia: ristrutturazioni con bonus non effettuate, sequestrati crediti per 772 milioni

Operazione della Guardia di Finanza

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

NAPOLI – Oltre 772 milioni di euro di crediti derivanti da bonus edilizi e di locazione, vantati da 143 soggetti, tra persone fisiche e giuridiche, rispettivamente residenti o aventi sede per la maggior parte tra le province di Napoli e Caserta, sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Frattamaggiore, in provincia di Napoli. L’attività trae origine da una analisi operativa relativa alla circolazione di crediti per lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico, previsti dal decreto rilancio. Gli approfondimenti compiuti sulle negoziazioni di due imprenditori residenti a Vallo della Lucania, avvenute tra il 2021 e l’anno in corso, hanno consentito di individuare un’ulteriore platea di concessionari i cui crediti, al pari dei primi, derivavano da lavori edili e da locazioni immobiliari in realtà inesistenti.

Nel corso delle indagini è stato anche accertato che tra questi oltre il 70% risultava percettore o comunque richiedente il reddito di cittadinanza. Tra i titolari di crediti sono stati individuati anche soggetti più volte segnalati alle forze dell’ordine per esercizio abusivo dell’attività di parcheggiatore, per essere risultati privi di partita Iva, per aver svolto attività di impresa un solo giorno, per essere risultati impegnati in settori economici differenti da quello edilizio e persino per contiguità con la camorra, sia napoletana che casertana. Tra i vari casi è stata in particolare approfondita la posizione di uno dei responsabili che avrebbe ricevuto lavori di ristrutturazione per oltre 34 milioni di euro e, al contempo, ne avrebbe egli stesso eseguiti per oltre 30 milioni, benché fosse in realtà detenuto presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere. La Procura della Repubblica di Napoli Nord ha ottenuto quindi il sequestro preventivo dal Gip di crediti per un importo pari a 772.400.276 euro al fine di impedire, mediante la possibile cessione ad istituti finanziari, l’indebita erogazione di risorse pubbliche.

(LaPresse)

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