Elezioni regionali in Umbria: Tesei pronta a guidare il centrodestra, il Pd corteggia i 5 Stelle

Trattative aperte sui nomi dei candidati alla presidenza del consiglio regionale umbro. Il centrodestra sembra aver trovato la quadra con Tesei, nel centrosinistra regna il caos

Pizzichini, Teseo e Fora

PERUGIA – Il 27 ottobre l’Umbria andrà al voto per il rinnovo del consiglio regionale. Un appuntamento politico importantissimo, che potrebbe fornire qualche indicazione sui futuri sviluppi, sul piano nazionale, dei rapporti tra il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle. Nel cuore dello Stivale, così come nella Capitale, sono infatti in corso tentativi di coalizione tra Pd e pentastellati. L’obiettivo è contenere l’affermazione del Carroccio, che guida il centrodestra in termini di gradimento. Sono le ultime ore per decidere i nomi in corsa per la Regione. E l’esito delle consultazioni al Quirinale potrebbe influire anche anche sulle sorti politiche dell’Umbria.

Donatella Tesei pronta a scendere in campo

Nel centrodestra avanza il nome di Donatella Tesei, ma la partita è ancora aperta anche per l’instabilità dello scenario politico nazionale. La scorsa settimana il leader della Lega Matteo Salvini l’ha incontrata a Montefalco, dove la Tesei è stata sindaco fino allo scorso maggio. Il nome della senatrice è quello più quotato per condurre la coalizione unitaria alla vittoria, ma si attende la conferma da Roma, che dovrebbe arrivare in settimana. Ancora da sciogliere il nodo del rapporto tra Forza Italia e la lista ‘Cambiamo’ di Giovanni Toti. Pare che i referenti locali del partito azzurro abbiano posto un veto, che potrebbe essere tuttavia superato dalle dinamiche nazionali. In questo senso Salvini, la leader di Fdi Giorgia Meloni e Toti dovrebbero tornare a vedersi nei prossimi giorni. Al partito della Meloni, che avrebbe voluto guidare la squadra, dovrebbe invece andare la vicepresidenza in caso di vittoria alle urne.

Il rebus di M5S, Pd e civici per vincere contro il centrodestra

Il centrosinistra è nel caos, col Pd che prova a dialogare con il M5S, che nel frattempo apre ai movimenti civici con la candidatura di Andrea Fora. I sindaci del centrosinistra, insieme ai leader del Pd di Perugia e Terni hanno lanciato la sua discesa in campo con una proposta di accordo di programma. Un patto, sottoscritto da 17 primi cittadini, che tuttavia non soddisfa tutti. Floriano Pizzichini, ex candidato a sindaco di Todi, e sostenuto da tre liste civiche ha fatto emergere le sue perplessità: “Dobbiamo costruire entro pochi giorni una piattaforma programmatica condivisa. Solo dopo verranno scelti i profili di candidati, concertati con tutti i civici dell’Umbria, da portare ad un tavolo di confronto con le forze politiche alternative alla destra”, ha detto.

Nomi certi e papabili

Dovrebbero essere sei i nomi in corsa per la poltrona di Presidente della Regione Umbria. Appoggiato da una squadra di civiche c’è il consigliere regionale ed ex sindaco di Assisi Claudio Ricci, che nelle scorse consultazioni sfiorò la vittoria. Poi Antonio Pappalardo, ex generale dei Carabinieri ora pensione. Per i 5 Stelle si sono fatte avanti la consigliera uscente Maria Grazia Carbonari e Laura Agea, ma potrebbe arrivare l’intesa con il centrosinistra. Altro nome che circola, questa volta per la sinistra radicale, è quello di Rossano Rubicondi.

Lo scandalo Pd e lo scioglimento anticipato del Consiglio

Le elezioni anticipate in Umbria sono legate alle dimissioni dell’ormai ex presidente Catiuscia Marini, del Pd, legate alle indagini sui concorsi all’ospedale di Perugia. Secondo la procura le gare sarebbero state pilotate da esponenti locali del Partito democratico. Pochi giorni fa Donatella Porzi, dirigente del Pd umbro, ha proposto un’alleanza tra dem e 5 Stelle “per battere una destra pericolosa, quella destra di cui proprio i 5 stelle sono stati le recenti vittime politiche”. Ma più che a creare un fronte unico contro le destre, la mossa sembra finalizzata a uscire fuori dal pantano dello scandalo della sanità. I grillini, da mesi in crisi di consensi sul piano nazionale, non se la passano meglio. Sanno bene, così come i dem, che solo una larghissima coalizione può sfidare il centrodestra.

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