Embraco, salvi tutti i lavoratori. Calenda: stessi diritti e retribuzioni

Carlo Calenda
Foto Fabio Cimaglia / LaPresse in foto Carlo Calenda

Roma, 15 mag. (LaPresse) –

Tutti i lavoratori di Embraco avranno salvo il loro posto di lavoro “con gli stessi diritti, le stesse retribuzioni e senza nessun supporto di denaro pubblico”. Dopo le difficoltà trovate su altre vertenze, prima fra tutte Ilva, il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, può esultare.

Manca solo la firma, che sarà messa nero su bianco venerdì a Torino. Ma la fumata per il futuro dei lavoratori dello stabilimento di Riva di Chieri è bianca. A farsene carico saranno due aziende: la torinese Astelav, società specializzata nella commercializzazione di ricambi per elettrodomestici, e il gruppo israeliano-cinese Ventures Production. Quest’ultima è una società neocostituita, composta all’85% da Ventures Srl e al 15% da Guangdong Electric.

Questa realtà, partecipata dal governo cinese, ha l’opzione di salire al 40% del capitale entro 18 mesi. L’azienda investirà 20 milioni di euro per produrre sistemi di depurazione per l’acqua e robot per la pulizia a secco dei pannelli fotovoltaici. “Sono due progetti belli. E’ un’operazione buona che è andata a buon fine”, aggiunge il titolare di Via Molise. Un quadratura del cerchio elogiata anche dal premier Paolo Gentiloni, che ritwitta l’ufficializzazione dell’accordo resa nota via web da Calenda.

Un punto di caduta per i dipendenti interessati che soddisfa completamente i sindacati. “Abbiamo conosciuto le due aziende che si insedieranno a Riva di Chieri. Ci sono stati presentati dei progetti che sembrano interessanti. Venerdì ci incontreremo a Torino ma oggi abbiamo stabilito il principio che il passaggio dei lavoratori sarà fatto mantenendo tutte le condizioni economiche e normative che oggi hanno i lavoratori di Embraco”, spiega Ugo Bolognesi di Fiom Torino. “E’ una giornata importante per tutti i lavoratori che stavano perdendo il posto di lavoro. Sono due società che hanno progetti ambiziosi e seri.

Possiamo essere un esempio per tutto il Paese di una reindustrializzazione seria e vera”, gli fa eco Arcangelo Montemarano di Fim-Cisl. A spiegare nel dettaglio il termine dell’accordo è Dario Basso di Uilm Torino: “I tempi sono abbastanza contingentati”, racconta. “Hanno necessità di iniziare a produrre molto presto”, spiega ancora, riferendosi alla cordata israelo-cinese. La società conta di occupare, a regime dopo il 2020, un totale di 474 lavoratori. Novanta saranno assunti nelle prossime settimane, 372 totali entro giugno 2020. Il periodo da giugno 2018 allo stesso mese del 2020 sarà coperto con l’utilizzo degli ammortizzatori sociali.

Per quanto riguarda l’azienda torinese Astelav, invece, “necessita immediatamente di 30 persone per produrre subito ed a regime di altri dieci unità nel giro di un anno”. “L’interezza di questi numeri, insieme alle persone che hanno già accettato l’incentivo all’esodo, ci completa l’esubero dei lavoratori”, dichiara ancora. Senza dubbio una vittoria per il sindacato unito: proprio la compattezza nella trattativa, infatti, è stata la carta vincente. “Abbiamo trovato insieme la volontà di traguardare il problema – conclude Basso – possiamo essere da esempio per la risoluzione di problemi di questa natura”.

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