Emirati Arabi, concessa la grazia al 31enne ricercatore britannico condannato all’ergastolo per spionaggio

Hedges venne arrestato all'aeroporto di Dubai perché sospettato di essere una spia incaricata di fornire informazioni a Paesi nemici.

Emirati grazia per matthew hedges
Matthew Hedges e sua moglie

ABU DHABI – Il ricercatore universitario Matthew Hedges ha ricevuto la grazia dal parte del presidente degli Emirati Arabi, Sheikh Khalifa bin Zayed Al-Nahyan. Il 31enne britannico, solo pochi giorni fa, era stato condannato all’ergastolo perché accusato di spionaggio.

Gli Emirati Arabi concedono la grazia al ricercatore britannico che era stato condannato per spionaggio

Hedges era stato arrestato lo scorso 5 maggio. Si trovava negli Emirati Arabi per realizzare interviste utili alla sua ricerca di dottorato con l’università di Durham. Il lavoro riguarda la politica estera degli Emirati e la strategia del Paese per la sicurezza interna dopo le rivoluzioni della Primavera araba del 2011. Dopo due settimane dall’ingresso nel Paese, Hedges venne arrestato all’aeroporto di Dubai perché sospettato di essere una spia incaricata di fornire informazioni a Paesi nemici. Ha trascorso 6 mesi in isolamento, prima di essere accusato formalmente di spionaggio ed essere condannato il 21 novembre scorso all’ergastolo.

Esulta il ministro degli Esteri Hunt: “Notizie fantastiche su Matthew Hedges, grati per aver risolto la questione rapidamente”

Questa mattina, però, il presidente emiratino gli ha concesso la grazia. Sono oltre 700 i prigionieri che hanno goduto di questa misura. Una consuetudine il 26 novembre, giornata della festa nazionale. In una nota, il ministero degli Affari presidenziali ha spiegato che “a Hedges sarà permesso di lasciare gli Emirati Arabi Uniti una volta che le formalità saranno completate”. “Notizie fantastiche su Matthew Hedges. Nonostante non fossimo d’accordo con le accuse, siamo grati al governo degli Emirati Arabi Uniti per avere risolto la questione rapidamente”, ha commentato il ministro degli Esteri britannico, Jeremy Hunt. Quest’ultimo, dopo la condanna di qualche giorno fa, si era detto fiducioso sul rilascio del 31enne visti i buoni rapporti diplomatici tra i due Paesi. Non disdegnando, però, una minaccia nemmeno troppo velata alla controparte: “Gli Emirati non vorranno ritrovarsi nella stessa condizione dell’Arabia Saudita…”

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