ROMA – L’aumento dei costi dell’energia con l’impennata dei prezzi del gas (arrivato oggi a 288 euro al Megawattora), e quindi la necessità di mitigare i rincari delle bollette e consumarne di meno, insieme all’obiettivo di tagliare le emissioni di CO2, spingono a guardarsi intorno, cercando tra le alternative possibili soluzioni a breve e medio termine. Così la Germania – che dalla guerra in Ucraina subisce particolari contraccolpi dovuti, soprattutto, alle interruzione del Nord Stream 1 – guarda all’idrogeno e si dirige oltreoceano per ottenerlo; mentre il Giappone, a distanza di 11 anni dal disastro di Fukushima, valuta anche la costruzione di un ritorno al nucleare con la costruzione di centrali di nuova generazione.
In particolare la Germania ha chiuso un accordo sull’idrogeno per avviare le prime forniture nel 2025. Nella città di Stephenville, il primo ministro canadese Justin Trudeau e il cancelliere tedesco Olaf Scholz hanno parlato di “nuovo patto” che “avvierà una catena di approvvigionamento dell’idrogeno transatlantica, con le prime consegne previste in soli tre anni”; quindi già nel 2025. Una spinta in più per i tedeschi è arrivata dalla constatazione che l’idrogeno è ritenuta una componente essenziale del Piano dell’Europa per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili della Russia. Una società canadese si occuperà della costruzione di “un impianto a emissioni zero che utilizzerà l’energia eolica per produrre idrogeno”, che poi sarà pronto “per l’esportazione”. A questo si aggiunge una spinta ulteriore verso la transizione ecologica, con accordi commerciali da parte del governo canadese con la Volkswagen e la Mercedes-Benz per l’accesso a materie prime utili (come cobalto, grafite, nichel e litio) per la realizzazione di batterie per i veicoli elettrici. Intanto, sempre in Germania, a Bremervorde in Bassa Sassonia, è entrato in servizio il primo treno a idrogeno di Alstom, il Coradia iLint, “sulla prima tratta ferroviaria al mondo al 100% a idrogeno per il servizio passeggeri”. Inoltre Alstom sta costruendo 6 treni a idrogeno Coradia Stream nella regione Lombardia (con l’opzione per altri 8).
Dall’altra parte del mondo, il Giappone prova a ritornare al nucleare. Le motivazioni sono principalmente legate al raggiungimento degli obiettivi climatici – cioè la neutralità carbonica entro il 2050 – e questioni di sicurezza per il fabbisogno di energia elettrica (non esclusa la preoccupazione delle conseguenze della guerra in Ucraina). Il primo ministro giapponese Fumio Kishida riferisce infatti di aver dato incarico al governo di prendere in considerazione lo sviluppo di reattori nucleari più sicuri e più piccoli.
Tra l’altro il governo giapponese ha anche annunciato l’intenzione di riavviare fino a 9 reattori entro l’inverno per contrastare la crisi energetica, e di riaccenderne altri 7 entro la prossima estate, allungando l’operatività di quelli più vecchi.
di Tommaso Tetro