NAPOLI (Francesco Pari) – – Legambiente, l’associazione ambientalista italiana, ha pubblicato un rapporto in cui si evidenzia il ritardo dell’Italia nella realizzazione di nuovi impianti rinnovabili. Secondo il rapporto, ci sono 1.364 impianti ancora in attesa e in fase di valutazione, distribuiti soprattutto in Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna, con il 76% del totale. In Campania sono 72. Nel 2022 solo l’1% degli impianti fotovoltaici ha ricevuto l’autorizzazione, mentre l’eolico on-shore è fermo allo 0%. La prima buona pratica arriva dalla Campania, Regione in cui prima del 2021 erano presenti 183 istanze di autorizzazione per impianti da fonti rinnovabili ferme, alcune addirittura dal 2006. Con la volontà di porre rimedio a questa criticità la Regione ha deciso di intervenire sulla Legge Regionale n.37 del 201818. Grazie alla modifica apportata, è stato possibile riaprire una call per tutti i progetti che risultavano bloccati. E qualcosa si è mosso. L’associazione ha individuato due principali colli di bottiglia dei processi autorizzativi: la lentezza degli iter autorizzativi e le lungaggini burocratiche di Regioni e Soprintendenze ai beni culturali. Per superare questi ostacoli, l’associazione ambientalista chiede la semplificazione delle normative, il potenziamento degli uffici regionali e un lavoro congiunto tra il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, il ministero delle Imprese e del made in Italy, e il ministero della Cultura.Il ritardo dell’Italia nella realizzazione di nuovi impianti rinnovabili è particolarmente preoccupante alla luce degli obiettivi climatici europei e nazionali. L’Italia si è impegnata a raggiungere il 33% di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2030, ma per farlo è necessario accelerare il passo nella realizzazione di nuovi impianti.Inoltre, l’energia rinnovabile è fondamentale per ridurre le emissioni di gas serra e mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici. La riduzione delle emissioni di gas serra è uno degli obiettivi principali del Green New Deal, il piano europeo per la transizione ecologica.Per questo motivo, è importante che l’Italia acceleri nella realizzazione di nuovi impianti rinnovabili, semplificando le procedure autorizzative e investendo in formazione e innovazione. Inoltre, è fondamentale che il governo lavori con le Regioni e le Soprintendenze per trovare un equilibrio tra la necessità di produrre energia pulita e quella di tutelare la natura mantenendo forte l’economia. L’idroelettrico, complice l’emergenza siccità, registra un meno 37,7% a cui si aggiunge il calo del 13,1% in tema di produzione da pompaggi che portano il contributo delle rinnovabili, rispetto ai consumi complessivi, al 32%. Ovvero ai livelli del 2012. In questa corsa ad ostacoli, oltre alla lentezza degli iter autorizzativi e all’eccessiva burocrazia di Regioni e Soprintendenze ai beni culturali, a pesare sono anche i no delle amministrazioni comunali e le opposizioni locali NIMBY (Not In My Backyard) e NIMTO (Not In My Terms of Office). Ostacoli che Legambiente racconta anche nella mappa aggiornata dei luoghi simbolo con storie, che arrivano dal Nord al Sud della Penisola, di progetti bloccati e norme regionali e locali che ostacolano le rinnovabili. Legambiente rilancia le sue proposte per accelerare lo sviluppo delle rinnovabili in Italia e l’effettiva realizzazione degli impianti a partire dall’aggiornamento delle Linee Guida per l’autorizzazione dei nuovi impianti ferme al 2010 e un riordino delle normative per arrivare, attraverso un lavoro congiunto, tra il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e il Ministero della Cultura, per arrivare ad un Testo Unico, fanno sapere da Legambiente. “Al Governo Meloni – dichiara il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani – torniamo a ribadire che il Paese non deve diventare l’hub del gas, ma quello delle rinnovabili. Se davvero si vuole contrastare la crisi climatica, accelerare la transizione ecologica e centrare gli obiettivi di decarbonizzazione indicati dall’Europa, l’Italia deve puntare con fermezza su rinnovabili, efficienza, autoproduzione, reti elettriche e accumuli. In questo percorso, è indispensabile che il Governo metta in campo una politica di breve, medio e lungo periodo anche rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione non più rimandabili. Primo fra tutti occorre semplificare l’iter dei processi autorizzativi per garantire certezza dei tempi e potenziare gli uffici delle Regioni che rilasciano le autorizzazioni affinché gestiscano meglio i progetti che si stanno accumulando”.
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