AFRAGOLA – Il silenzio era solo apparente, i bombarolo erano semplicemente in pausa. Giusto il tempo di ricaricare le batterie e preparare il nuovo attentato, insomma. Nella notte tra mercoledì e ieri una bomba artigianale è stata innescata davanti all’ingresso della tabaccheria ‘Russo’ di via Calvanese. Dai primi accertamenti sul posto è emerso che si trattava di un contenitore riempito di liquido infiammabile. L’ordigno non è esploso, ma le fiamme sprigionate dallo stesso hanno danneggiato una porzione della porta.
Salvini non basta
Le indagini sono affidate ai carabinieri del comando locale. Al vaglio degli inquirenti le immagini del sistema di videosorveglianza dell’attività commerciale. La ‘nona sinfonia’ notturna non è risuonata, forse con la complicità benevola della pioggia, ma la paura resta sempre parte integrante delle vite degli afragolesi. A nulla sembra valsa la visita in pompa magna di venerdì scorso del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, (che in Municipio ha assicurato l’impegno dello Stato contro l’escalation di criminalità e il conseguente invio di forze fresche sul territorio), come inutile appare dal risveglio di ieri la marcia pacifista che i cittadini hanno inscenato nella giornata di sabato tra le strade della città.
Terrore in città
L’ultima bomba era stata fatta esplodere nella tarda serata di lunedì 14 contro la concessionaria ‘Tremante Auto’ di corso Vittorio Emanuele III. Di quell’episodio aveva stupito l’orario: la deflagrazione era avvenuta attorno alle 23 e 30. La sfilza di ordigni era cominciata nella notte tra il 20 e il 21 dicembre dell’anno scorso: il primo ‘rintocco’ fu contro una pizzeria nel quartiere San Michele. Poi, in sequenza, arrivò il turno del negozio ‘Il bello dell’Intimo’, dell’alimentari ‘Malinconico’, dell’altra sede de ‘Il bello dell’Intimo’, di un negozio di telefonia, di un rivendita di bomboniere e di una sanitaria per bambini. Sul fil rouge camorristico che sta spargendo terrore in città non ci sono dubbi.
I nove proprietari dei negozi colpiti hanno affermato in coro di non aver mai ricevuto ‘bussate’ da parte di alcun esplonente dei clan. Ma non ci sono soltanto le bombe ad Afragola. Ventiquattro ore dopo l’accoglienza trionfale di Salvini, e una manciata di minuti dopo la sfilata pacifista della popolazione, una banda armata composta da due uomini a volto travisato aveva assaltato la tabaccheria ‘Di Maso’, nei pressi del cimitero. I due avevano colpito in pochi secondi ed erano scappati con il malloppo. L’inferno di fuoco afragolese prosegue assumendo di volta in volta le sembianze di furti di automobili, scippi e rapine con tanto di aggressioni. Il guanto di sfida dei bombaroli resta comunque la vera e propria fobia degli afragolesi che, ormai, si sono assuefatti al conto alla rovescia al prossimo, grande, spavento.