Estorsioni in nome del clan dei Casalesi: Martinelli e Reccia tirano in ballo i Bianco

Il gruppo del quartiere ‘La Riina’ potrebbe avere un ruolo decisivo nella contesa che rischia di riaccendersi tra Schiavone e Bidognetti

CASAL DI PRINCIPE – Si è inabissato. Da anni, chi continua a mantenerlo in piedi, riesce ad agire senza fare rumore. E nei contesti mafiosi, quando c’è silenzio, significa che, solitamente, le attività illecite procedono in assenza di contraccolpi. Parliamo del gruppo criminale che fa riferimento ai Bianco, storica compagine dei Casalesi che ha avuto la sua base nel quartiere ‘La Riina’. Se questa gang è finita recentemente nel radar degli investigatori, nonostante i suoi probabili sforzi tesi a non richiamare attenzione, è perché a tirarla in ballo sono stati Oreste Reccia, alias Recchia ‘e lepre, ed Emilio Martinelli ‘o Barone. Il primo sta scontando ora una condanna a 9 anni per associazione mafiosa ottenuta due anni fa; il secondo, figlio di Enricuccio, storico esponente dei Casalesi, è sottoposto alla custodia cautelare in carcere con l’accusa di aver guidato la cosca sanciprianese proprio dopo l’arresto di Reccia. Mentre la Squadra mobile di Caserta e i carabinieri indagavano sulle loro attività, è emersa una conversazione durante la quale, riferendosi alla spartizione degli introiti legati ad un’estorsione, Recchia ‘e lepre e ‘o Barone parlano proprio di uno dei Bianco (storicamente vicini agli Schiavone) che si sarebbe inserito nell’affare, a loro avviso senza averne diritto, perché non era stato il suo gruppo a concretizzare il pizzo.

Se quanto riferito dai due nella conversazione intercettata dovesse corrispondere al vero, dimostrerebbe che, anche recentemente, chi orbita intorno ai Bianco avrebbe continuato a muoversi nel mondo mafioso ottenendo soldi dalle estorsioni a commercianti e imprenditori. Tra chi ha rappresentato i principali riferimenti criminali del gruppo Bianco negli anni scorsi ci sono Augusto e Cesare, entrambi al momento in carcere e per quanto ci risulta non indagati in relazione a quanto trapelato dalla chiacchierata tra Martinelli e Reccia.

L’area che orbita intorno ai Bianco, a quanto pare, non è intervenuta, almeno in modo diretto, nel recente scontro tra Emanuele Libero Schiavone, figlio del capoclan Sandokan, e una gang di pusher che avrebbe connessioni con i Bidognetti. Uno scontro incentrato sulla contesa dell’affare droga, una lotta che in poche settimane è sfociata in “stese” in piazza e spari contro i portoni delle abitazioni dei protagonisti di questo braccio di ferro. Se si è fermata è grazie agli interventi dei carabinieri, coordinati dalla Dda di Napoli, che sono riusciti ad arrestare Schiavone e il suo fidato Francesco Reccia, figlio di Oreste, accusandoli di aver detenuto armi per reagire ai colpi subiti dagli avversari. Ma è uno scontro che potrebbe riaccendersi a breve con le nuove scarcerazioni. In quel caso, se il conflitto dovesse ampliarsi, allora il gruppo Bianco, se realmente ancora attivo, potrebbe avere un ruolo importante nell’andamento dello scontro.

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