Eutanasia, Cappato: “Lasciarsi morire di fame e di sete è legale anche in Italia”

"Abbiamo letto tante ricostruzioni della triste vicenda di Noa Pothoven, la ragazza 17enne deceduta in Olanda. Tante fonti in Italia e in giro per l'Europa hanno parlato di "eutanasia", eppure non risulta alcun fondamento a questa ipotesi

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

MILANO – “Abbiamo letto tante ricostruzioni della triste vicenda di Noa Pothoven, la ragazza 17enne deceduta in Olanda. Tante fonti in Italia e in giro per l’Europa hanno parlato di “eutanasia”, eppure non risulta alcun fondamento a questa ipotesi. Gli unici elementi che sappiamo dalla stampa olandese su questa vicenda sono due: 1. nel 2018 le commissioni olandesi hanno rigettato la richiesta di eutanasia avanzata da Noa, tanto che lei dichiarò: “La domanda è stata rifiutata perché sono troppo giovane e avrei dovuto prima affrontare un percorso di recupero dal trauma psichico fino ad almeno 21 anni”; 2. Noa aveva interrotto nutrizione e idratazione, lasciandosi di fatto morire. Possibilità contemplata anche in Italia dove qualsiasi persona che rifiuta nutrimento e idratazione non può essere costretta da alcuna autorità all’idratazione e nutrizione forzata. Ciò a meno di Trattamento Sanitario Obbligatorio su persona incapace di intendere e di volere”. Così Marco Cappato della associazione Luca Coscioni.

La specificazione

 “E’ bene comunque ricordare che le proposte di legge in discussione nel Parlamento italiano su esplicito richiamo della Corte costituzionale, a partire dalla proposta di legge di iniziativa popolare, prevedono la possibilità di accesso al percorso eutanasiaco solo per le persone maggiorenni e portatrici di malattie fisiche terminali o inguaribili”, aggiunge Cappato.

LaPresse

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