F1, in Germania Vettel rialza la testa. Ferrari in fiducia verso l’Ungheria

La pioggia fa succedere di tutto e tiene aperti i giochi fino all'ultimo a suon di safety car, incidenti, fermate ai box per il cambio gomme e ritiri

Foto David Davies/PA Wire in foto Sebastian Vettel

MILANO – L’inaspettata zampata di Vettel nella gara più pazza dell’anno. La tavola di Hockenheim era apparecchiata per rendere una domenica trionfale a Lewis Hamilton: la sua Mercedes in pole, il compagno-inseguitore Bottas in seconda fila e soprattutto i guai delle Ferrari, con il tedesco nientemeno che relegato in fondo alla griglia e Leclerc in decima casella. Gli dei delle quattro ruote però ci hanno messo lo zampino, divertendosi e divertendo il pubblico a scombinare i piani.

Flop Leclerc

La pioggia fa succedere di tutto e tiene aperti i giochi fino all’ultimo a suon di safety car, incidenti, fermate ai box per il cambio gomme. E ritiri. Purtroppo uno dei sette è toccato a Leclerc, a nemmeno metà gara: il monegasco era secondo in quel momento e inseguiva sogni di gloria. E invece del solito tiranno Hamilton, ad emergere dal caos è stato l’ottimo Max Verstappen, autore di una gara intelligente che gli frutta il secondo hurrà dopo quello in Austria.

L’impresa di Vettel

Ma la vera impresa la centra Vettel, che rimonta 20 posizioni, aiutato certamente dagli errori dei rivali ma anche dalle scelte del team. Non era facile, in una gara “simile a una lotteria, lunga e intensa, al punto che non sono riesco a ricordarmi tutti gli episodi”, così l’ha sintetizzata il tedesco, che avevamo lasciato con sguardo cupo dopo la resa nella prima fase di qualifiche (“Mi sento vuoto”). Al traguardo invece è stato finalmente un Vettel sorridente, come poche volte si è visto in un Mondiale fino a qui avarissimo di soddisfazioni: “Mi sono divertito molto”. Salire sul podio in casa Mercedes, poi, ha un sapore particolarmente dolce.

Il ferrarista riparte dalla Germania

Difficile ipotizzare se dalla Germania può davvero ripartire la riscossa del Cavallino. Il disastroso sabato delle qualifiche è ancora davanti agli occhi. Le Rosse hanno accusato problemi di affidabilità non su una, ma su entrambe le monoposto, mettendo in salita il cammino di Vettel e Leclerc. E spianando – sulla carta – la strada a Hamilton. Buon per le Rosse che anche le marziane Mercedes, ogni tanto, si rivelano umane. E che l’asso anglocaraibico non fosse in giornata. Hamilton aveva qualche linea di febbre, se non sappiamo quanto decisive per spingerlo a commettere in una sola domenica più errori che nelle ultime due stagioni. Anche Bottas ci ha messo sciaguratamente del suo: con il compagno di team fuori dalla lotta podio lo scudiero finlandese aveva l’enorme chanche di riaprire i giochi per il Mondiale.

Invece fatale è stato l’errore negli ultimi giri. Tutto lascia presuporre che quella vissuta delle Frecce d’Argento sia stata la classica domenica storta, l’incidente di percorso che difficilmente si ripete in una stagione. E’ una certezza, invece, che se crede ancora alla remuntada, la Ferrari non può più permettersi errori. Se intende tenere – superare – il passo dei grandi, deve agire da grande. Perché, si è visto, in condizione di stress-test, pure lo squadrone anglotedesco può mostrare qualche scricchiolio. Ed è lì che le Rosse devono provare a infilarsi.

Gli errori della ‘Rossa’

Al netto di errori e sfortune dei rivali, del resto, Hockenheim ha portato delle buone notizie. Le ha evidenziate il team principal Mattia Binotto: “La macchina si è comportata bene tutto il weekend indipendentemente dalle condizioni. Si è mostrata veloce anche nella parte finale della gara sull’asciutto, in condizioni di asfalto più freddo, molto diverse dalla situazione di caldo estremo che avevamo avuto venerdì. E sicuramente importante è stato anche avere avuto dei buoni riscontri sul bagnato”.

E oltre all’aspetto competitivo, il podio di Hockenheim fa bene alla testa: “Per Seb è un’iniezione di fiducia”. Ma vietato abbassare la guardia, tra una settimana il Circus vola in Ungheria. “Un’altra pista, con altre caratteristiche, non è detto che si ripeteranno le condizioni avute qui in Germania”, ha sottolineato Binotto. “Ma l’importante è sapere che ci sono tracciati in cui siamo competitivi. Anche i nostri avversari hanno alti e bassi”.

(LaPresse)

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