Facebook conferma la sospensione a Trump. Lui lancia la propria piattaforma

Per il comitato, la 'rimozione' da Facebook e Instagram è stata giustificata dalla "grave violazione" nei post di gennaio, per incitazione all'assalto violento al Campidoglio

Donald Trump (AP Photo/John Raoux, File)

SAN FRANCISCO – L’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, non tornerà sulle piattaforme social di Facebook, almeno per ora. Il comitato di controllo semi-indipendente Oversight Board ha confermato la sospensione del repubblicano, che nel frattempo ha lanciato un blog in stile social network sul proprio sito web, ‘From the Desk of Donald J. Trump’.

Per il comitato, la ‘rimozione’ da Facebook e Instagram è stata giustificata dalla “grave violazione” nei post di gennaio, per incitazione all’assalto violento al Campidoglio. Tuttavia, ha anche criticato il modo in cui la decisione fu presa. Se il rischio giustificava lo stop, infatti, la sospensione “indefinita” non fu “appropriata”. Facebook avrebbe cercato di evitare le proprie responsabilità, applicando “una sanzione vaga e fuori dallo standard” e affidando il caso al board. “Non siamo i poliziotti dei social media”, ha dichiarato il copresidente, Michael McConnell.

La sospensione

“Quello che hanno fatto Facebook, Twitter e Google è una vergogna totale e un imbarazzo per il nostro Paese”, ha commentato Trump dalla nuova piattaforma, “è stata tolta la libertà di parola al presidente degli Stati Uniti perché i pazzi della sinistra radicale hanno paura della verità. Ma la verità verrà comunque fuori”. Il tycoon ha poi affermato che le società dei social media “corrotte” dovrebbero pagare un prezzo politico.

La replica di Trump

“Vi amiamo. Siete davvero speciali”, scrisse Trump nei post, definendo i sostenitori “patrioti” e chiedendo loro di “ricordare questo giorno”. Una violazione delle regole di Facebook, che non consentono elogio o sostegno a chi commette violenza, ha spiegato il comitato. La ex premier danese Helle Thorning-Schmidt, componente del board, ha sottolineato che Facebook ha aggirato la propria responsabilità. “Dovrebbe disattivare in via permanente l’account di Trump o proporne la sospensione per un periodo specifico”. Facebook avrà sei mesi per riesaminare la “sanzione arbitraria” che impose il 7 gennaio e valutarne una diversa, che rifletta la “gravità della violazione e la prospettiva di danni futuri”, ha spiegato il board. La nuova sanzione, inoltre, dovrebbe essere “chiara, necessaria e proporzionata”, coerente con le regole sulle gravi violazioni.

La sfida a Facebook

Se Facebook deciderà di ripristinare gli account di Trump, dovrà poi essere in grado di rispondere prontamente a eventuali nuove violazioni, ha messo in guardia il comitato. La decisione era attesa da esperti di libertà d’espressione e attivisti. Ma anche da politici e compagnie High Tech, a causa delle conflittuali interpretazioni del controllo sui contenuti per arginare abusi e disinformazione. Alla vigilia della decisione, intanto, Trump aveva svelato la sezione del suo sito web, una sorta di blog che contiene sue dichiarazioni e brevi messaggi, pensati per essere condivisi sugli stessi social network che l’hanno bandito (ma che i follower non possono commentare).

(LaPresse/AP)

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