Nuovi guai per Zuckemberg, secondo il Times Facebook passava dati anche in Cina

sl'autorevole quotidiano Facebook avrebbe siglato un accordo nel 2010 con la Huawei. Il colosso made in Cina è nel mirino dei servizi segreti e dell'intelligence americana

LP / AFP PHOTO / Alain JOCARD

ROMA – A Mark Zuckemberg non ne va una dritta. L’avevamo lasciato poco tempo fa a recitare il mea culpa al Congresso Usa e in Commissione Europea in seguito allo scandalo Cambridge Analityca. Poi soltanto ieri, una nuova mazzata per Facebook: il New York Times ha scoperchiato il vaso di Pandora. Secondo il quotidiano statunitense, il gigante dei social avrebbe stipulato contratti con aziende di tablet e smartphone, trasferendo milioni di dati personali. Senza consenso degli utenti. Oggi, il possibile colpo di grazie: tra i nomi degli accordi, spuntano anche quattro giganti cinesi. Tra cui un colosso delle comunicazioni nel mirino dell’intelligence Usa che la ritiene una minaccia per la sicurezza nazionale. Un bel guaio, Mark.

L’accordo tra Facebook e Huawei

Ma la vera bufera per il Zuckemberg è l’accordo che, secondo il Times, Facebook avrebbe siglato addirittura nel 2010 con la Huawei. Il colosso made in Cina è nel mirino dei servizi segreti e dell’intelligence americana. Lep Parrebbe che gli Stati Uniti ritengano l’azienda cinese una minaccia per la sicurezza nazionale. Gli altri big cinesi coinvolti nel nuovo scandalo sarebbero Oppo, Tlc e Lenovo. Quattro in tutto. A quanto pare, l’azienda di Zuckemberg si sarebbe impegnato a rescindere gli accordi con Huawei, che sarebbero ancora in vigore, prima del termine della settimana. Staremo a vedere.

Seconda mazzata in poche ore

Quelle di oggi, sono indiscrezioni che il Times aveva iniziato a lanciare già ieri. Infatti, nella giornata di ieri era arrivata la prima ‘bomba’. A quanto detto dal giornale statunitense, Facebook avrebbe stretto accordo per la condivisione di dati con alcuni tra i più grossi colossi della telecomunicazione e della gig economy del mondo. Ad esempio, i nomi più importanti sono Amazon, Blackberry, Samsung e l’azienda fondata da Steve Jobs, la Apple. Pare che questi accordi siano stati pattuiti nel 2007, per pubblicità. Mentre è sempre Facebook a specificare che nel caso della Huawei, i dati in condivisione restano sui cellulari. Non sui server. Un’altra enorme spallata e danno di credibilità per Facebook dopo il caso di Cambridge Analityca.

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