Faida a Napoli, un vecchio boss del clan Sarno dietro il gruppo dei De Martino

Starebbe reclutando nuovi giovani affiliati per gli XX e i De Micco. Alle ‘5 torri’ di via Malibran ci sono invece due ras collegati ai De Luca Bossa che danno appoggio anche ai Minichini e ai Casella

Dalle informative degli inquirenti emergono alcuni dettagli importanti rispetto ai ‘movimenti’ delle organizzazioni malavitose. Al centro del mirino di inquirenti e investigatori c’è sempre Ponticelli. Le forze dell’ordine tastano il polso dei movimenti sulla scacchiera criminale, perché a volte basta un solo movimento a generare una serie di incastri. E lo scenario cambia irreversibilmente. La camorra è fluida come magma. Ma anche ciclica. A Ponticelli siamo passati dagli agguati alle bombe. Due gruppi contrapposti di peso impari si contendono il territorio e gli affari sulla scacchiera malavitosa. Ma una mossa che potrebbe sparigliare gli equilibri arriva dal passato ed è l’entrata in scena di un vecchio boss che avrebbe assunto il ruolo di regista dei De Martino-De Micco. E’ quello che emerge dalle indagini di queste ultime settimane. Il ras avrebbe iniziato a reclutare giovani leve, un lavoro che non appare troppo ostico data la sua caratura criminale. In passato ha fatto parte dei Sarno, poi la detenzione e la scarcerazione dopo aver scontato una pena in epoca recente. Ecco il profilo di chi sta cercando di far rialzare la testa al gruppo De Martino-De Micco. Quest’ultimo gruppo sarebbe tuttavia all’angolo, sotto i colpi dei rivali. Gli avamposti del cartello De Luca Bossa-Minichini-Casella nel quartiere vedono una sorta di accerchiamento geografico ai danni dei De Martino-De Micco che sono letteralmente sotto assedio. L’Antimafia ha disegnato una mappa criminale che attribuisce ad ogni famiglia un bunker in quello che una volta era il regno dei Sarno. In via Luigi Franciosa e nelle strade limitrofe è insediata la famiglia Casella, parte del gruppo Minichini-De Luca Bossa e federata con gli Aprea e i Cuccaro di Barra e con l’Alleanza di Secondigliano, composta dalle famiglie Licciardi, Contini e Mallardo e, storicamente, in conflitto con l’organizzazione dei Mazzarella. Nel rione Fiat, per la precisione in via Montale c’è la famiglia rivale, quella dei De Martino, detti ‘XX’. Nel ‘Lotto 10’ risulta agli inquirenti la presenza del clan De Luca Bossa, così come nel parco Conocal, storicamente appannaggio del clan D’Amico, in seguito alla disarticolazione dei Fraulella e dei De Micco. Tra le palazzine opera il clan De Luca Bossa, in collaborazione con il gruppo Aprea che del cartello è articolazione nel confinante quartiere di Barra. I De Luca Bossa risultano anche stabilmente insediati nel famigerato Lotto O. Nel complesso residenziale delle cosiddette ‘5 torri’, collocato tra via Malibran e via Argine, opera infine un gruppo che fa sempre capo al cartello De Luca Bossa-Minichini-Casella, i cui principali referenti sono individuati in due soggetti attualmente a piede libero. Su questi due ras si sta concentrando l’attenzione delle forze dell’ordine. Numeri alla mano la guerra di Ponticelli ha generato almeno sei feriti e un morto ammazzato, oltre agli ordigni e agli avvertimenti col piombo. Va avanti dallo scorso settembre a causa di attriti nati dalle cosiddette ‘mesate’, ovvero i soldi destinati ai carcerati che i De Martino non percepivano più. Questi ultimi chiesero un summit che ebbe luogo, sembrava una questione risolta, ma i soldi non arrivarono. Questo generò una reazione. I De Martino raccolsero soldi attraverso le piazze di spaccio e con le estorsioni. Il problema fu che non chiesero l’autorizzazione dei De Luca Bossa. La risposta fu immediata e arrivò alla maniera di Ponticelli: col piombo. Iniziò a scorrere il sangue con alcuni botta e risposta. Poi sono arrivati gli ordigni. Il primo in via Crisconio, piazzato all’interno di alcuni cassonetti dell’immondizia, sembrava un caso isolato. Trascorsi alcuni mesi ci sono state le bombe in via Luigi Volpicella, al rione Fiat e in via Guido Della Valle. Senza contare le stese, una delle quali è stata portata a termine proprio in via Volpicella prima che fosse piazzato un ordigno sulla ruota di una Smart nella disponibilità del 45enne Francesco Clienti.

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