Famiglia ferita a colpi di mitraglietta, fermati due giovani

SANT’ANASTASIA – Una ritorsione contro dei rivali. Questo il movente dietro i colpi di arma da fuoco esplosi davanti al bar Altamura in piazza Ammiraglio Carlo Cattaneo. Secondo gli investigatori, i colpi sono stati esplosi da due individui a bordo di uno scooter armati di un mitra e di un revolver. Alla guida della moto ci sarebbe stato Emanuele Civita, un 19enne di Somma Vesuviana. Insieme a lui un 17enne di Sant’Anastasia. Sono destinatari di due decreti di fermo di indiziato di delitto, emessi dalle Procure della Repubblica presso il tribunale di Napoli – Dda e presso il tribunale per i minorenni di Napoli. Sono gravemente indiziati di tentato omicidio e porto illegale di arma in concorso.

La ricostruzione degli inquirenti

Il 19enne avrebbe accompagnato in sella allo scooter il più giovane e avrebbe anche sparato insieme a lui. Avrebbero esploso almeno dieci colpi verso la piazza. Il secondo ragazzo – secondo le prime ricostruzioni – avrebbe litigato con altri giovani e avrebbe voluto vendicarsi di loro. Le motivazioni alla base del litigio non sono chiare. Fatto sta che i proiettili esplosi hanno finito per ferire la famiglia Basile e non i loro rivali. In quel momento, fuori al bar Altamura non c’erano solo i giovani ma anche la mamma, il papà e i due bambini a mangiare un gelato. Non immaginavano quella successiva escalation di violenza. I giovani avrebbero prima ostentato le proprie armi in atteggiamento aggressivo e poi, sfrecciando in piazza in sella allo scooter, avrebbero raggiunto i rivali ed esploso i colpi di revolver e di mitra.

Le indagini

L’identificazione dei giovani è stata possibile grazie alle immediate indagini dei militari dell’Arma. Hanno acquisito i filmati di diverse telecamere presenti nell’area e raccolto informazioni da diversi testimoni oculari. Una brillante operazione che si è svolta con il supporto del Nucleo investigativo di Castello di Cisterna guidato dal comandante Andrea Coratza e la partecipazione del pubblico ministero. Durante le perquisizioni domiciliari effettuate nella notte il 19enne è risultato assente dalla sua abitazione, ma si è poi consegnato ai carabinieri poche ore dopo e ha raccontato loro del movente. I provvedimenti eseguiti sono misure pre-cautelari, disposte in sede di indagini preliminari, che saranno trasmesse al giudice per la convalida e l’emissione di ordinanze cautelari, e che ammettono ricorso. I destinatari dei fermi sono indagati e godono della presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva. Emanuele Civita è il figlio di Fabio Civita coinvolto nel 2016 in un’indagine relativa clan D’Avino.
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