Il mutuo conviene

La bolla immobiliare (che anche i meno avvezzi a queste dinamiche, tipo me, avevano fiutato in tempi non sospetti) sta esplodendo in tutta la sua drammaticità in queste ore. Al patrimonio immobiliare decadente dai costi eccessivamente onerosi si è aggiunta la politica di rialzo della BCE per contenere l’inflazione dopo il problema energetico e io lo so che Christine Lagarde è un’inguaribile ottimista ma è stato chiaro fin da subito che a pagare questa congiuntura lacrime e sangue alla fine sarebbero stati i poveri cittadini ultimi. Come sempre.
Adesso le associazioni dei consumatori gridano e strepitano, urlano ai rischi di tenuta sociale mentre guardano i tassi variabili galoppare verso una crescita umanamente indecorosa; intanto i ricorsi al fondo CONSAP sono più che moltiplicati e scoppia il caso affitti degli studenti universitari. Ma il rincaro non è solo per loro: d’un tratto ci rendiamo conto che le nostre città non sono più una soluzione per mettere su niente, spingendo i giovani lontano. Molto lontano. Insomma un guaio totale.
Tranne per una azienda. Parliamo di Telemutuo. Telemutuo che in direzione ostinata e contraria si guadagna a botta di comunicati stampa le pagine dei giornali online (e cose più o meno simili) dicendo che aprire un mutuo ora conviene. Dice lo stesso dal 2021, a onor del vero. Conviene a prescindere il mutuo, secondo Telemutuo. Conviene nonostante l’affitto, la BCE, i draghi, il karma sfavorevole e il mondo avverso.
Ma non fermiamoci a tali opinabili opinioni. Telemutuo nelle scorse ore è riuscita in una cosa che è un capolavoro. Riesce, su blasonatissimo giornale nazionale, a dichiarare: abbiamo paragonato un mutuo del 1990 a un mutuo di oggi e vi confermiamo che essere giovani conviene. Tralasciando la follia di un paragone di tale misura, il pezzo sembra dire tra le righe: “Ora, andate in banca a indebitarvi, choosy”. Ora, chiaramente, sapete che fa Telemutui nella vita? Il mediatore creditizio. Compara mutui online. Il problema non è certo di Telemutui che con i suoi studi (comunicati alla stampa) stranamente si trova sempre a fare il suo gioco. Il problema è chi passa un così palese “acquaiò l’acqua e fresca?” sulla sua testata giornalistica regolarmente registrata. Portandoci ancora una volta a riflettere su un certo “giornalismo” che sul web giornalismo non è. Abbiamo venduto l’anima al commerciale per un comunicato stampa. E poi ci lamentiamo della qualità dell’informazione.

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