Napoli affonda ma nell’aula del Consiglio si fa l’asta del Fantacalcio

L'incredibile iniziativa nell'aula di via Verdi. Inevitabile l'indignazione

NAPOLI – L’asta del fantacalcio nella sala consiliare della terza città d’Italia. Succede a Napoli, al quinto piano di via Verdi. In Consiglio, negli ultimi tempi, è stato praticamente impossibile raggiungere il numero legale per via delle beghe tra i consiglieri ‘arancioni’, solo ieri accontentati dal sindaco Luigi De Magistris con delle deleghe. Per il fantacalcio, invece, tutto esaurito. E le reazioni dei cittadini sono sconfortate.

L’orgoglio dell’amministrazione

Il consigliere Carmine Sgambati, presidente della commissione Sport, ha postato trionfante le foto dell’inizio dell’asta. “Finalmente banchi pieni e persone sorridenti. Che soddisfazione. L’asta di FantaNapoli.
Passione e cuore”
, ha scritto. Presente e sorridente anche l’assessore allo Sport Ciro Borriello.

Il post del presidente della commissione Sport
L’inevitabile indignazione

Immediata è scattata l’indignazione. “Nella sala del consiglio comunale di Napoli, pagata dai contribuenti, si gioca e si organizza il Fantacalcio. La realtà di questa città supera qualsiasi fantasia: che squallore”, ha commentato Gaetano La Nave, che guida ‘Per Napoli’. “Fermate questo scempio che si sta consumando nella sala dove si tiene il consiglio comunale di Napoli, un consesso dove sono transitati grandi personaggi della storia politica italiana. Il fantacalcio, ma sono letteralmente impazziti? Con una città che cade a pezzi? Ma poi, che cazzo c’entra con il consiglio comunale, con l’istituzione?”, ha aggiunto l’ex consigliere Raffaele Ambrosino. “Cioè ma veramente state facendo? Napoli sta sprofondando nel baratro più profondo e voi usate il consiglio comunale per l’asta del Fantacalcio? Jatevenne”, ha commentato Giuseppe Saputo di Casapound.

Il fantacoro per la fantasquadra

Il progetto prevede la creazione di dieci squadre, composte da consiglieri municipali, cittadini di diverse fasce d’età e da due donne per ogni team. “Ogni squadra dovrà essere dotata di proprio stemma e inno o coro che dovrà avere anche un legame con il territorio al quale si appartiene”, si legge nel regolamento. Una novità curiosa quella di inventare un coro per una squadra che sostanzialmente non esiste (è fantacalcio, appunto). Per altro l’asta viene fatta in un momento in cui il calciomercato è ancora aperto (chiuderà alle 20). Chissà se è già stata fissata ‘l’asta di riparazione’.

Istituzione violata in una città che soffre

Napoli vive mille problemi tra criminalità, trasporti a pezzi, strade devastante, rischio idrogeologico, povertà, necessità sociali di ogni genere. Il Comune ha le casse in rosso e ogni anno si muove sul filo del dissesto. A quanto pare, non riuscendo a intervenire in maniera decisa sui problemi, organizza il fantacalcio. Chissà se i cittadini delle dieci Municipalità si sentiranno sollevati e scenderanno per le strade cantando il coro (?) della loro fantarappresentativa locale. O, più probabilmente, riterranno totalmente inopportuna una scelta del genere. Per di più portata avanti in un luogo istituzionalmente sacro, come l’aula del Consiglio. Surreale.

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