L’Italia riabbraccia Farah. Ora è in un luogo protetto

La ragazza pakistana portata con uno stratagemma in patria dalla famiglia ad abortire, è rientrata nel nostro Paese da Islamabad. Ad attenderla a Verona anche il fidanzato 19enne.

Foto LaPresse

VERONA (Alfredo Stella) – Dire Farah equivale a toccare un tasto dolente: la violenza fisica e psicologica sulle donne. Ebbene questa volta, però, la storia è a lieto fine. La giovane pakistana, infatti, dopo essere stata portata con uno stratagemma nel suo paese di origine e costretta ad abortire il frutto di un amore da loro non condiviso, da oggi è di nuovo in Italia.

Ad attenderla il fidanzato 19enne Christian, suo compagno di scuola che dichiara: “Non l’ho ancora sentita, non so dove sia adesso”. Ciò che è certo, però, è che, una volta a Verona la ragazza è stata ascoltata in questura e poi tradotta in un luogo protetto, lontana da occhi indiscreti.

Il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, ha ringraziato in un tweet l’ambasciata e l’autorità Pakistan: “Farah è finalmente tornata in Italia – ha detto – e si trova adesso in un luogo sicuro. Grazie al lavoro diplomatico dell’ambasciata italiana”.

La storia

Una vicenda quella di Farah che ha sconvolto le coscienze. La famiglia si è fermamente opposta a quell’amore occidentale nato tra i banchi di una scuola di Verona. Hanno detto no e l’hanno costretta a rinunciare al suo bambino. E con una scusa, quella del matrimonio del fratello nel suo Paese, il Pakistan, l’anno portata via da Verona. E lì Farah, studentessa di 19 anni si è trovata segregata dai famigliari, che l’avrebbero costretta ad abortire il bimbo che aveva concepito con un compagno di scuola, Christian, nella città veneta.

Dal Pakistan poi la disperata richiesta di aiuto della giovane: messaggi via WhatsApp alle compagne di classe per descrive l’incubo. Poi il silenzio e le indagini delle autorità italiane e locali.

Il 18 maggio

E’ la data secondo fonti bene informate, in cui la ragazza sarebbe stata liberata nella zona di Islamabad grazie a un intervento delle forze di polizia pakistane.

La notizia ha trovato poi conferma a Verona in ambienti vicini alle indagini. Oggi Farah è al sicuro in Italia, in un luogo protetto. Per il padre, però, la storia deve ancora cominciare nella aule del Tribunale: dovrà difendersi dalle accuse di maltrattamenti in famiglia.

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