MONDRAGONE – Un toc-toc alla porta dell’ufficio Tecnico che, se non fosse per il motivo della visita, che cambia di volta in volta, per la frequenza con cui avviene non dovrebbe fare più notizia. Nelle scorse ore le fiamme gialle si sono presentate in Comune. Stavolta rifiuti, cantieri in corso (o terminati da poco) e polizia locale non c’entrano. Al cruciale settore diretto dall’architetto Salvatore Catanzano hanno chiesto gli atti riguardanti il cimitero, nello specifico, stando a quanto trapelato dal palazzo, i documenti relativi alla gestione delle lampade votive. La guardia di finanza starebbe affrontando il caso su delega della Procura della Corte dei conti. Ad accendere i riflettori sul tema negli anni scorsi era stato il vicesindaco Benedetto Zoccola (durante l’amministrazione guidata dal sindaco Giovanni Schiappa). Al numero due della giunta non quadravano i numeri che l’azienda, che all’epoca gestiva il servizio, forniva all’Ente e sui quali calcolava l’aggio da corrispondergli. La società, di proprietà di un uomo d’affari della provincia di Napoli, sosteneva che fossero attive all’incirca 3mila lampade. Zoccola, in prima persona, impegnò diversi giorni a contarle e ne accertò la presenza di mille e 600 in più. Altro dato che fece salta fuori era il mancato incasso delle quote che la ditta doveva dare a Mondragone. Per anni, infatti, stando a quanto il vicesindaco mise nero su bianco in una denuncia, la città non aveva ottenuto i quattrini che le spettavano da contratto. L’azienda partenopea venne sostituita nel 2016 e al suo posto ne arrivò una toscana che però, stando ai rumors, adesso vorrebbe lasciare il Litorale.