I ‘melitesi’ pronti a invadere i rioni

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NAPOLI – Non c’è pace nell’area nord della città.  Un clan emergente di Melito vuole ‘conquistare’ le piazze di spaccio a Piscinola e Marianella. Così la sera manda batterie di centauri armati a pattugliare i rioni. Quasi un messaggio alle cosche locali. Qui ci sono i Licciardi e gli ex Lo Russo, che fanno resistenza e difendono le ‘postazioni storiche’. Ecco il nuovo fronte della faida. Gli investigatori sanno bene che la notte accade di tutto. In particolare se i ‘gruppi di fuoco’ si incrociano. Ma non sempre si viene a sapere cosa sia successo. A meno che non esplodano colpi di pistola e gli abitanti avvertano le forze dell’ordine. 

C’è frammentazione nella mappa geocriminale. Sullo scacchiere si combatte una guerra di posizione e di logoramento. Nessuno vuole cedere il passo. E la droga è il business che tiene in vita le cosche. Quelle di Piscinola e Marianella sono fiorenti. Lo sono meno quelle a Chiaiano. Ecco perché i riflettori dei boss sono puntati su Marianella e Piscinola. 

I ras di Melito sono autonomi. Giovani e spesso imparentati con vecchi boss  della zona. Soprattutto sono bene equipaggiati e pronti a tutto. Lo dimostra il fatto che hanno sfidato i Licciardi, inseriti nell’Alleanza di Secondigliano, alleati dei Mallardo di Giugliano e dei Contini-Bosti del Vasto. E pure le nuove ‘paranze’ nate dopo lo sfaldamento dei ‘Capitoni’, per il pentimento dei capi. Che qui non ci sia la ‘pax mafiosa’ gli inquirenti se ne sono accorti da subito. Basta indagare sulle strane aggressioni in strada. Persone accerchiate e pestate senza motivi. Non si tratta di liti, ma di raid mirati. Un episodio è accaduto anche al corso Secondigliano poco tempo fa. Sempre nella notte. Un ragazzo è stato malmenato, poi sequestrato da cinque uomini e abbandonato sanguinante davanti casa. Si è presentato con mezzi propri all’ospedale di Frattamaggiore. 

Il suo racconto: viaggiava su una moto Africa Twin. Una Fiat 500 gli ha tagliato la strada e lo ha bloccato a metà del corso Secondigliano. Stava discutendo con tre persone, quando è arrivata una Smart scura: due lo hanno preso e lo hanno fatto scendere dalla moto. Lo hanno riempito di botte e lo hanno caricato nella Smart all’una e quaranta della notte. Da qui si sono allontanati a tutta velocità. Sulla carta  regna la pace. Ma i clan si sa, sono imprevedibili. Gli accordi (quando ci sono) rischiano di saltare per un non nulla.

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