Stiamo vivendo i giorni delle festività natalizie e, come sempre, tutti proviamo la più serena sensazione di rapporti umani, familiari e sociali, finalmente addolciti dall’invito che ci chiama ad alzare lo sguardo oltre il limite degli interessi e dei giudizi che ordinariamente sembrano obbligarci ad una frenetica corsa per arrivare prima di altri a conquistare una preda da usare solo per sé o un podio nella scalata al potere sociale. In questi giorni il clima dei rapporti si addolcisce, il ritmo delle tensioni rallenta il suo palpito, il valore dell’ispirazione spirituale del nostro vivere e di ogni nostra azione prevale su quello dei bisogni o dell’efficienza di risultati produttivi. L’attenzione alla verità della vita ci aiuta ad ascoltare le persone che abbiamo accanto e a condividere benevolenza. Non si tratta di un nostalgico “buonismo” utile a nascondere la nostra pigrizia mentale. È, invece, finalmente, l’ammirata contemplazione di quella Presenza nuova, apparsa nella storia del mondo, di quella Presenza venuta a coinvolgere in un nuovo orientamento il cammino dell’umanità, di quella Presenza che accoglie ed esalta come valore supremo, concreto e reale, la persona, ogni uomo e ogni donna, ben oltre le ristrette dimensioni segnate dai condizionamenti e dalle situazioni che ne rallentano o ne limitano la possibilità di partecipazione alla vita. La festa della nascita di Gesù, il Cristo di Dio, nella sua vera umanità, celebra la Presenza dell’Uomo nuovo, di Colui nel quale possiamo riconoscere la completezza, la pienezza della giustizia e della pace. Nella tradizione biblica, come anche nelle più elevate espressioni della ricerca umana, le visioni profetiche, da sempre, hanno annunziato e cercato, nella piena concordia di “giustizia e di pace”, l’orizzonte di una piena realizzazione della dignità umana e della vita del mondo. La giustizia, quella vera, quella che non ubbidisce a criteri di opportunismo o di terrorizzante giustizialismo, quella che ristabilisce la verità ed esalta la vita degli uomini, sarà sempre autentica via alla pace. Allo stesso modo, la pace, quella vera, quella che non ubbidisce ai calcoli di un qualche equilibrio tra potenze concorrenti né ad un insignificante pacifismo, potrà vivere soltanto nella verità della giustizia. Con fraterna amicizia, sento di poter formulare all’intera comunità sociale, e a tutta la nostra umanità, l’augurio di poter incontrare, nel Bambino che è nato per noi, Colui del quale fu annunziato “Nei suoi giorni fiorirà la giustizia e abbonderà la pace”. (Sal 72,7).