Firenze, prete arrestato per violenza su bambina: sospeso dal vescovo

Don Paolo Glaentzer, 70 anni, arrestato con l'accusa di violenza sessuale aggravata su una bimba di 10 anni, è stato sospeso dall'esercizio sacerdotale. Lo si apprende da una nota dell'Arcidiocesi di Firenze, guidata da cardinale Giuseppe Betori.

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse
Firenze, 25 lug. (LaPresse) – Don Paolo Glaentzer, 70 anni, arrestato con l’accusa di violenza sessuale aggravata su una bimba di 10 anni, è stato sospeso dall’esercizio sacerdotale. Lo si apprende da una nota dell’Arcidiocesi di Firenze, guidata da cardinale Giuseppe Betori. “Appresa la notizia dei gravissimi fatti contestati” a don Paolo Glaentzer, che svolge la funzione di amministratore parrocchiale nella parrocchia di San Rufignano a Sommaia (Calenzano). L’arcivescovo Betori “innanzi tutto afferma la piena fiducia nell’operato degli inquirenti e della magistratura”. L’arcivescovo Betori e “con lui tutto il presbiterio diocesano colpiti e addolorati esprimono sentita vicinanza alla bambina e alla sua famiglia”. Quindi il cardinale ha poi “immediatamente provveduto a sospendere, cautelativamente, dall’esercizio del ministero pastorale il sacerdote che è ospite della diocesi e non fa parte del clero fiorentino”.

la scelta del cardinale

Alla diocesi di Firenze, precisa la nota, “non erano mai arrivate informazioni o segnali che potessero lasciare intuire condotte deplorevoli né tanto meno comportamenti penalmente rilevanti. Perchéi la diocesi avrebbe immediatamente agito”. “I fatti, così come contestati, già di per sé gravissimi, qualora fossero confermati dalle indagini per le quali ci si affida agli inquirenti sono resi ancora più intollerabili e sconvolgenti. Sopratutto se attribuiti ad un sacerdote e sono causa di profondo dolore per le vittime e ferita aperta per l’intera comunità”. “Nel deprecare ripugnanti comportamenti, la diocesi ribadisce il dovere della ricerca della verità. Inoltre l’attenzione e la cura per le vittime, l’impegno ad evitare ogni possibilità di reiterazione dei reati. Dunque la salvaguardia delle comunità, la fiducia nel clero, la certezza che il Signore non abbandona la sua Chiesa”.

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