Foggia, colpo al clan Raduano: sequestro di beni per 700mila euro

Nella mattinata di oggi i carabinieri di Foggia hanno sequestrato a Marco Raduano, attualmente detenuto e considerato al vertice dell'omonimo clan, e membro di spicco della criminalità organizzata del Gargano, beni per 700mila euro

Foto LaPresse - Claudio Furlan

FOGGIA (LaPresse) – Foggia, colpo al clan Raduano: sequestro di beni per 700mila euro. Nella mattinata di oggi i carabinieri di Foggia hanno sequestrato a Marco Raduano, attualmente detenuto e considerato al vertice dell’omonimo clan, e membro di spicco della criminalità organizzata del Gargano, beni per 700mila euro.

La Dda di Bari, con i carabinieri foggiani, ha ricostruito il patrimonio del presunto boss di Vieste (Foggia).

I giudici hanno ritenuto fondata la richiesta di procedere al sequestro. Non solo dei beni direttamente intestati a Raduano, ma anche di quelli di cui, pur essendo formalmente intestati a terzi, disponeva come fossero propri.

Sono così sottratti beni alla criminalità organizzata e ai suoi fiancheggiatori per un valore complessivo di circa 700mila euro. Sottolineano i carabinieri, consistenti in quattro unità immobiliari. Ma anche terreni per circa quattro ettari in zona adiacente al Parco nazionale del Gargano. Oltre che due auto di grossa cilindrata e un conto corrente bancario. Oltre agli arredi e a ogni altro oggetto di valore rinvenuto nell’abitazione del pregiudicato.

Foggia, ecco cosa è stato sequestrato

Nel dettaglio, è sequestrata una lussuosa villetta con giardino sul lungomare di Vieste; nello stesso comprensorio, messi i sigilli anche a un capannone intestato a un’altra persona. Ma di cui il boss disponeva, tanto da possederne in via esclusiva le chiavi e di avervi installato un sistema di videosorveglianza.

Inoltre, sequestrato un appezzamento di terreno con relativa abitazione rurale. Situato in una zona particolarmente pregiata dell’agro viestano. Qui il boss e alcuni suoi complici, fra i quali il cognato Vincenzo Vescera, assassinato in un agguato di stampo mafioso nel gennaio di due anni fa, aveva realizzato il quartier generale di una associazione per delinquere, finalizzata alla coltivazione di marijuana. Tra i beni oggetto del sequestro, anche un conto corrente bancario e due lussuose auto. Di cui una utilizzata per compiere reati e che veniva custodita all’interno di un’area, anch’essa posta sotto sequestro, nel centro di Vieste e appartenuta al defunto boss Angelo Notarangelo, prima del suo assassinio nel 2015.

Proprio il vuoto seguito alla morte di Notarangelo, sottolineano i carabinieri, aveva aperto la lunga scia di omicidi e agguati. Che si sono susseguiti negli ultimi anni tra le fazioni rivali: quella capeggiata da Raduano e quella, contrapposta, capeggiata da Girolamo Perna.

La Dda e i carabinieri sottolineano l’importanza dell’azione intrapresa, tesa a sgretolare le organizzazioni criminali della ‘quarta mafia’, non solo mediante le tradizionali operazioni di polizia giudiziaria, ma anche con l’aggressione dei patrimoni costituiti illecitamente.

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