Si muove su due fronti la vicenda ‘russa’ che ha scombussolato la vita del Carroccio: da un lato l’azione della magistratura, dall’altro il ‘caso’ politico.
L’inchiesta giudiziaria va avanti: i pm hanno interrogato Gianluca Savoini. Al leghista presidente dell’associazione Lombardia-Russia viene contestata la corruzione internazionale nell’ambito del procedimento su presunti fondi russi incassati dal partito di Matteo Salvini attraverso una compravendita di petrolio.
A fargli le domande sono stati i pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro.
Fuori dal palazzo di giustizia, invece, la vicenda è diventata l’ennesimo trema di scontro tra grillini e leghisti.
L’opposizione aveva proposto a Salvini di parlare dell’indagine in Parlamento. Dal vicepremier è arrivato il no. Ma pretendere chiarezza è stato direttamente il presidente del Consiglio: “Noi crediamo nella trasparenza nei confronti dei cittadini in ogni sede, in tutte le occasioni, in primis in Parlamento, le sedi giuste per onorare questa linea guida”.
Anche Di Battista ha ‘cavalcato’ l’onda per colpire l’alleato-avversario Salvini. Lo ha fatto attraverso un post Facebook: “Da qualche giorno non si sta parlando di Ong. Lo show dell’immigrazione dove tutti recitano la loro parte costringendo gli africani al ruolo di comparsa, per qualche ora si è fermato. Oltretutto Salvini il bugiardo è impegnato a mentire (la sua difesa sul caso Russia-Savoini è ridicola). Fino a quando il diritto ad emigrare verrà considerato più importante del diritto a non emigrare l’impero mediatico-finanziario-liberista trionferà. E morirà l’Africa”.